La Gazzetta in sciopero contro il gioco d’azzardo

Grande dimostrazione di dignità dei lavoratori del giornale sportivo. La tensione si sta alzando, come il volume degli investimenti della grande finanza nell’azzardo “legale”. Il gioco si fa duro
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Come spiegano nel comunicato del Cdr, i giornalisti della redazione della Gazzetta dello Sport sono stati costretti a indire uno sciopero della testata «per ribadire la contrarietà all’operazione “GazzaBet”, che vedrebbe il nome della Gazzetta associato ai gestori del business delle scommesse sportive».

La reazione dei giornalisti coglie in contropiede anche il progetto aziendale di lancio della nuova versione del sito www.gazzetta.it prevista proprio per martedì 28 gennaio 2014, giorno della protesta dei lavoratori del gruppo editoriale del Corriere della Sera. Finalmente una buona notizia per lo spazio che il Corriere ha deciso di dedicare recentemente alle good news, anche se questa protesta, che chiede sostegno e solidarietà sul portale delle petizioni pubbliche, può essere travolta, come già avvenuto con la resistenza dei lavoratori della Rcs contro la cessione della sede di via Solferino al fondo statunitense Blackstone. Operazione quest’ultima che rientra nel nuovo interesse strategico del gruppo Agnelli, da pochi mesi azionista di controllo di Rcs media group.

Il fronte degli affari del settore dell’azzardo legalizzato sta alzando il livello dello scontro, come testimonia la recente accusa rivolta al quotidiano Avvenire da parte di Astro – associazione del comparto intrattenimento, membro di Sistema Gioco Italia di Confindustria –, di aver fomentato in materia una «campagna di panico morale».

Chi sembra non avvertire alcun panico o smarrimento è il noto finanziere George Soros che, insieme ad altri soci, ha cominciato a investire sul mercato dei “casinò online” acquisendo il controllo della società statunitense Caesars Acquisition.

Un segnale importante se si muove un personaggio simbolo del grande gioco d’azzardo, che ha saputo manovrare il mercato valutario mettendo in ginocchio l’Italia nel 1992 prima di dedicarsi ad attività filantropiche con la Open society Foundations, presente anche in tante attività nel nostro Paese.

Come sappiamo, infatti, anche i grandi concessionari dell’azzardo sono ben contenti di fare beneficienza. Ma i lavoratori della Gazzetta, come i baristi che rifiutano i guadagni delle slot machine, mostrano che la dignità e il legame sociale sono più importanti dell’elemosina. Se devono parlare di soldi, preferiscono perdere il guadagno sicuro piuttosto che la coscienza. Non lasciamoli soli. 

    

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