La festa del Señor de los milagros

Duemila peruviani nel Duomo con Tettamanzi che raccomanda «comportatevi in modo esemplare come modello per l'intera società»
Señor de los milagros

E’ stata la Festa del «Señor de los milagros», la scorsa domenica. Tutta la comunità peruviana è nel Duomo, gremito all’inverosimile e arricchito da canti e tanta gioia. Tettamanzi celebra la messa in lingua spagnola. Uomini e donne bambini dai tratti sudamericani, si sono presentati nei loro coloratissimi abiti.  Hanno accolto Tettamanzi con un lungo applauso, poi un secondo interminabile  è partito alla fine della predica. «Comportatevi bene», ha ribadito il cardinale, «soltanto comportandoci bene potremmo chiedere quei diritti sacrosanti che una visione ancora miope del fenomeno migratorio continua a negare. Il rifiuto di ogni violenza deve essere per il cristiano una scelta precisa e radicale». In particolare in questa Milano dove «sembra mancare una seria volontà di offrire i giusti mezzi per ricostituire l’unità familiare», si riferiva ai servizi per gli immigrati, Tettamanzi, ma le sue parole valgono anche per gli italiani.

 

Il cardinale rivolge l’invito ad "abbandonare in modo radicale ogni tentazione di violenza verso gli stranieri e lancia un appello alle istituzioni perché "aiutino di più le famiglie: non bastano i progetti e le dichiarazioni, servono interventi concreti e tempestivi". A un mese dall’ultimo raduno dei migranti in Duomo, il cardinale Dionigi Tettamanzi, di nuovo nella cattedrale, di nuovo attorniato da migliaia e migliaia di stranieri, parla di diritti e di doveri dei nuovi cittadini e di chi governa la città. 

 

Il presule ha chiesto ai presenti di mettere in discussione anche le piccole scelte quotidiane, gli "stili di vita" che offendono la dignità della persona e mettono a rischio le relazioni, la convivenza, i processi di integrazione ed è entrato nei dettagli. L’abuso dell’alcol, l’uso delle droghe e il commercio senza regole, la trascuratezza del modo di presentare la propria persona, il non rispetto delle norme, ha detto Tettamanzi, mettono a rischio l’integrazione: "Un migrante che vuole integrarsi nella società e vedere riconosciuti i propri diritti deve osservare le buone abitudini, le norme e le regole della società civile" ha ribadito. 

Ci sono ancora "eccessivi intoppi burocratici che frenano il percorso di ricongiungimento delle famiglie" c’è la  "mancanza di una decisa volontà di offrire i giusti mezzi per ricostituire le unità familiari lacerate dall’emigrazione. Eppure la via dell’integrazione passa primariamente da famiglie riunite e solide, capaci di sviluppare l’indispensabile azione educativa. Non vedo programmi veramente seri, concreti, di sostegno e di aiuto. Non vedo, in questo tempo di crisi, percorsi che facilitino inserimenti nel lavoro e che offrano abitazioni degne per le famiglie". Una volta tanto l’appello al rispetto della legalità da parte degli immigrati trova il consenso delle forze politiche.

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