La carica dei 101

I giovani componenti dell'’Orchestra Sinfonica Juvenil di Bahia hanno dato vita ad uno spettacolo emozionante all'Accademia nazionale di Santa Cecilia
Accademia Nazionale di Santa Cecilia - Roma

Non capitano sempre dei momenti entusiasmanti, ormai, in musica. Questa volta i 101 non sono i mitici animali del film di Walt Disney, ma i fantastici componenti dell’Orchestra Sinfonica Juvenil di Bahia, una compagine di volti brasiliani più scuri che pallidi: agguerritissimi, scatenati ragazzi ai violini, alle percussioni e ai fiati. Li dirige con misura e pochi cenni Ricardo Castro, fondatore dell’orchestra nel 2007, seguendo un programma di formazione giovanile adattato su quello ormai noto dell'“El Sistema” venezuelano, che strappa dall’indigenza centinaia di ragazzi grazie alla musica.

Ricordate il film Mission? I legni di quest’orchestra mi hanno ricordato quel suono melodiosissimo: il primo oboe è fantastico, una chiarezza, una luce, una vita fresca da far invidia a tanti nostri professionisti. Ma la fila degli archi è un maremoto quando suonano tutti insieme.

Marta Argerich, star del pianismo mondiale, con la  fluente chioma bianca, vestita del consueto, nobile, abito nero, sostiene l’Orchestra.

Così ieri sera a Roma, all’Accademia nazionale di Santa Cecilia, ha eseguito il Primo Concerto per pianoforte e orchestra di Ciajkovskij.

Bisogna dire che le pagine arcinote quando sono eseguite da geni dell’interpretazione appaiono nuovissime e bellissime: lo stacco dei tempi, le scivolate sulla tastiera, i tocchi ora cristallini ora liquidi ora impalpabili ora ruggenti ci hanno messo dentro nella vita del Maestro, nel suo cuore: quell’Andantino semplice del secondo tempo – un lamento, un inno, una poesia insieme – aveva qualcosa di sconvolgente e sublime.

E il finale è stato tutto un incendio. Delirio di applausi, perché la Marta internazionale si è scatenata, libera e liberatrice di questo centinaio di giovani entusiasti. Cresceranno come suono, qualità, misura e profondità, ma le premesse ci sono. Bastava sentirli nelle Danze Sinfoniche da West Side Story di Bernstein o nelle Bachianas brasileiras di Villa-Lobos e si avvertiva calore, colore, un macrocosmo selvaggio che fa di quest’orchestra un Rio delle Amazzoni in piena. Da tenere d’occhio.

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