Italia paese falsificato

Credo che in maggioranza gli italiani siano gente positiva, di buona volontà. Purtroppo...
Italiani brava gente

Credo che in maggioranza gli italiani siano gente positiva, di buona volontà; che, cioè, pur facendo quotidiani errori d’ogni genere, siano orientati fondamentalmente verso il bene. Purtroppo è la minoranza a schiamazzare in televisione e sui peggiori giornali, a tramare ogni genere di cattiverie nella più varia criminalità, a volere il male dicendo che non è diverso dal bene.

 

Questa, che è la condizione del mondo sempre, in Italia diventa molto più pericolosa per una evidente assenza parziale o totale, secondo le situazioni, del bene comune e pubblico, cioè del senso dello Stato. È questa seconda condizione, e non la prima a cui pure si lega, a fare dell’Italia un Paese largamente falsificato.

 

– La mancanza di protezione economica per i perdenti lavoro non per loro colpa, in età critica (quaranta-cinquantenni!) e, se non riciclabili, la loro non utilizzazione, ad esempio, in lavori socialmente utili, da parte di uno Stato che per deciderla dovrebbe essere insieme forte e articolato, presente e operante, è spia evidente di assenza delle istituzioni più elementari e decisive nella vita dei cittadini più deboli. Parallelamente ciò accade nelle mille assenze e insufficienze del Servizio sanitario nazionale, che lascia nell’ingiustizia e nell’umiliazione i suoi utenti più deboli, che dovrebbero essere i più assistiti;

 

– la mancanza di senso del bene comune fondamentale impedisce da sempre una politica di protezione economica della famiglia e in genere dell’aver figli, a differenza delle maggiori democrazie europee; che si deve definire, al minimo, vergognosa (nei governi sia di destra che di sinistra);

 

– la mancanza di senso del bene comune riserva ai giovani non raccomandati o privilegiati un destino di precarietà, di sotto-rimunerazione e di sfruttamento, che impedisce loro di vivere dignitosamente e di farsi una famiglia;

 

– la ricerca scientifica in tutti i campi, essendo da noi legata al potere universitario, che salvo rarissime eccezioni è feudale e mafioso, e in assenza di controllo e di promozione politica non feudale e mafiosa, è in una situazione tragico-ridicola che favorisce non solo la fuga dei cervelli all’estero ma il loro spegnimento in Italia;

 

– in assenza della promozione pubblica non mafiosa e/o politica, la situazione della cultura è semplicemente lacrimevole. Le prove dirette o indirette di ciò sono nella lingua italiana allo sbando («La corruzione di un popolo incomincia dalla sua sintassi», diceva il poeta premio Nobel Octavio Paz; e andate a parlar male il francese in Francia e l’inglese in Inghilterra); nella degradazione del “pubblico” della cultura – basta leggere le classifiche dei libri più venduti –, causa ed effetto della disonesta politica culturale dei “grandi” editori, che producono libri come formaggini (mentre i formaggini non pretendono di essere libri); nella politica demagogico-populista, e sempre con interessi politici sottostanti e decisivi, delle mostre e delle promozioni “culturali” (a questo punto con molte virgolette).

 

– Come conseguenza di tutto ciò, l’assenza di vita pubblica e sociale non artificiosamente mossa e strumentalizzata da interessi economico-politici, e la mancanza di spirito nazionale – non nazionalistico – che, di assenza in assenza, giunge fino alla grottesca censura del presepi e ben oltre.

 

Se quanto detto è vero, e come vorrei non lo fosse, si può conseguentemente non dedurre che l’Italia è un Paese largamente falsificato, cioè che largamente non pensa, non dice, non vive la verità?

 

P.s.: se i politici guadagnassero un decimo di ciò che percepiscono, capirebbero queste cose.

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