Incontro mondiale delle famiglie

L'accoglienza, le parole chiave, il modello. Intervista a mons. Erminio De Scalzi, a sei mesi dall'evento di Milano 2012
Erminio De Scalzi
Mancano poco meno di sei mesi  al  VII Incontro Mondiale delle Famiglie. La Chiesa di Milano ha affidato la macchina organizzativa a mons. Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare, delegato per i grandi eventi della Diocesi ambrosiana e presidente della Fondazione Milano Famiglie 2012. A lui domandiamo a che punto è lo stato dei lavori.

 

«Si prevede l’arrivo di un milione di persone: un’occasione unica di fraternità e testimonianza. Ora noi dobbiamo fare entrare negli occhi e nel cuore delle nostre comunità ecclesiali questo evento che si avvicina. È una sfida interessante ed entusiasmante, lo sarà non solo per la diocesi ambrosiana, ma per tutte le dieci diocesi della Lombardia che sono coinvolte.

 

«Benedetto XVI parlando il 1° dicembre al Pontificio Consiglio per la famiglia si è rivolto alle famiglie milanesi e della Lombardia invitandole “ad aprire le porte delle loro case per accogliere i pellegrini che verranno da tutto il mondo. Nell’ospitalità – ha aggiunto il Santo Padre – sperimenteranno gioia ed entusiasmo: è bello fare conoscenza e amicizia, raccontarsi il vissuto di famiglia e l’esperienza di fede ad esso legata”.

 

«L’accoglienza sarà a misura di famiglia. Sarà accoglienza “fisica”, cioè tra le mura delle case, ma anche “interiore”, un lasciarsi interpellare da stili di vita personali e familiari molto diversi dai nostri, per riscoprire forse virtù familiari andate perdute, stili di vita semplici e sobri. Il modello base dell’accoglienza è quello di famiglie che ospitano famiglie e parrocchie, decanati, diocesi, associazioni, gruppi, movimenti che accolgono famiglie. Interessante la proposta di alcune parrocchie che nei giorni dell’incontro proporranno ai ragazzi un’esperienza di vita comunitaria in parrocchia in modo da poter ospitare nelle case altre famiglie.

 

«Ma sono coinvolti anche enti, scuole e istituti religiosi. Inoltre sono in atto gemellaggi con Paesi del mondo che hanno nella diocesi di Milano e in Lombardia il corrispettivo di cappellanie che si interessano dei loro connazionali o sacerdoti fidei donum che sono rientrati dai quei Paesi e che si impegnano nell’accoglienza. Comunque anche quella “fai da te” deve essere segnalata alla Fondazione per motivi di corretta organizzazione. Non mancherà infine la sistemazione alberghiera».  

 

Nella lettera di convocazione all’Incontro di Milano Papa Benedetto XVI chiedeva un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale, perché l’evento riesca fruttuoso e coinvolga concretamente le comunità cristiane in tutto il mondo. Come sta procedendo la preparazione?

 

«A Milano il tema è stato accolto favorevolmente sia da parte della comunità ecclesiale sia da quella civile, attivando una virtuosa collaborazione tra istituzioni e comunità cristiana. “Famiglia, festa, lavoro” sono parole chiave che da subito hanno attratto tutte le realtà sociali attente ai problemi e alle fatiche dell’uomo contemporaneo. Da tutti è stato ritenuto di attualità grandissima e trasversale, perché va ben oltre il perimetro di una visione intraecclesiale e religiosa della famiglia.

 

«Per preparare l’evento stiamo dicendo che, in primo luogo, occorre conoscere e far conoscere l’evento, partecipare e invitare a partecipare. Poi far convergere il carisma e le iniziative di ogni associazione, gruppo, movimento in un lavoro comune; declinare il tema dell’Incontro dentro le forme della pastorale ordinaria. Per questo è fondamentale il testo di riferimento (le dieci catechesi dal titolo La famiglia: il lavoro e la festa), pubblicato in diverse lingue dalla Libreria editrice vaticana.

 

«Per aiutare i gruppi e i singoli ad approfondire questi temi è stato appena pubblicato il primo volume (sul tema “La famiglia”) della collana “In Famiglia – Strumenti interattivi per le Catechesi del VII Incontro Mondiale delle famiglie”. È un sussidio realizzato dalla Fondazione Milano Famiglie 2012 come approfondimento delle dieci catechesi preparatorie che si propone come “cassetta degli attrezzi” con cui affiancare, arricchire, personalizzare i dieci capitoli su Famiglia, Lavoro e Festa. Contiene commenti, testi di spiritualità, citazioni letterarie, artistiche, musicali, video- interviste.

 

«Inoltre, per ognuna delle dieci catechesi è stata realizzata una testimonianza filmata con storie di famiglie. I brevi film si possono vedere e scaricare sul sito www.family2012.com e sono disponibili anche su Youtube. Ancora: è stata predisposta una proposta di cineforum: “Filmfamily, percorsi per le catechesi di Family 2012”.

Infine molte diocesi hanno dedicato al tema il piano pastorale e hanno segnalato eventi culturali ed ecclesiali».

 

La famiglia: Il lavoro, la festa un titolo interessante calato nel concreto della vita.

 

«Le rispondo con le parole del cardinale Angelo Scola nella sua prima lettera inviata ai fedeli milanesi e dal titolo Il bene della famiglia. Per confermare la nostra fede. Scrive l’arcivescovo: “Così come viene indicato dal titolo dell’Incontro,  il tema della famiglia, dà risposta ad un aspetto decisivo della comune esperienza umana. Si intreccia ad altri due fattori parimenti decisivi, quello del lavoro e quello del riposo (festa). L’aver posto a tema questi tre fattori costitutivi dell’esperienza di ogni uomo e ogni donna, esprime bene il nesso tra la fede e la vita e mostra efficacemente il grande realismo dell’esperienza cristiana”.

 

«E ancora precisava l’arcivescovo nell’omelia del suo ingresso in diocesi: “Il VII Incontro Mondiale delle Famiglie […] ci consentirà di riflettere sul significato dell’uomo-donna, del matrimonio, della famiglia e della vita. Aspetti che – con il lavoro ed il riposo (la festa), l’edificazione di una città giusta, la condivisione magnanima e perciò equilibrata delle fragilità, delle forme di emarginazione, del travaglio dell’immigrazione – descrivono l’esperienza comune di ogni uomo”.

 

«Insomma il Papa ci ha proposto un tema che permette di affrontare aspetti costitutivi e fondanti dell’essere famiglia, in continuità, non in rottura, con i temi di precedenti incontri che affrontavano appunto l’educazione (Città del Messico 2009 e Valencia 2006). Inoltre, durante i giorni dell’incontro, ci sarà un Congresso teologico e pastorale che raccoglierà teologi, esperti e convegnisti da tutto il mondo».

 

Quale modello di famiglia la Chiesa proporrà all’Incontro mondiale di Milano?

 

«Il tema interessa – con sottolineature differenti – tutte le famiglie: quelle italiane e quelle degli altri Paesi, quelle cristiane e quelle non cristiane, quelle credenti e non credenti, quelle che conservano l’unità e la fedeltà del vincolo matrimoniale e quelle “dal cuore ferito…” che vivono l’esperienza della separazione, quelle praticanti e quelle lontane dalle parrocchie. Perché parlare di lavoro e di festa significa ragionare di due parole fondamentali per la vita dell’uomo, che chiamano in causa la fede e la ragione, la Chiesa e la società». 

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