Incontrare Dio tra le piaghe dell’umanità

Se vogliamo incontrare il Signore, la via obbligata è mettere il dito e la mano nei dolori del mondo
Pasqua
Quando Gesù appare per la prima volta agli apostoli, la sera di Pasqua, Tommaso non è presente. Reagisce: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo» (Gv 20,25).

Gesù accetta la sfida. Appare con le piaghe: reali. Tutte.

Noi, al suo posto, avremmo fatto una chirurgia plastica. Le piaghe erano ripugnanti, ricordavano un momento doloroso, un fallimento.

Gesù no. Perché?

 

Gesù vive tutta la vita, non solo alcuni momenti selezionati, “positivi”. Vive anche i momenti “negativi”. Quale la differenza per lui fra positivo e negativo? «Nessuno mi toglie la vita; io la do da me stesso» (Gv 10,18).

Per Gesù è positivo ciò che è vissuto per amore e nell’amore; negativo ciò che sta fuori dell’amore. Per questo rimane con le piaghe, anche dopo la risurrezione. Le piaghe non sono morte, ma vita, sono positive. Il Gesù delle piaghe è vivo tanto quanto il Gesù della risurrezione. Esse non sono un episodio superato e cancellato dalla risurrezione, ma possiedono in sé il segno dell’eternità, il segno dell’amore. Non passeranno mai.

 

Sono il marchio depositato di un Dio che ha voluto – e vuole – essere uomo in tutto, non aleggiando sopra l’umanità che soffre, ma identificandosi con essa. Per salvarci, cioè per darci la possibilità di essere “vivi” quando tutti – e noi stessi – cantano in coro che siamo morti, che «questa non è vita».

Noi siamo tentati di cancellare le piaghe, di fuggirle, in noi e intorno a noi. Ci sono persone che mai entrano in un ospedale, che mai vanno a un funerale, che fuggono da un mendicante, che non si fermano accanto a una sofferenza…., non vogliono nemmeno vedere.

 

Ma Gesù senza piaghe non esiste. Dio senza piaghe non esiste: Gesù risorto ha portato le piaghe dentro la Trinità.

«Perché cercate tra i morti colui che è vivo? » (Lc 24,5).

Paradosso cristiano! Cristo senza le piaghe starebbe tra i morti, fra quelli che fuggono dalla vita, quelli senza coraggio, quelli che non sanno amare.

«Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco» (Gv 20,27).

«Mio Signore e mio Dio! » (20,28).

 

Se vogliamo incontrare Dio, la via obbligata è mettere il dito e la mano nelle piaghe dell’umanità.

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