Il terreno buono di Milano

Oltre gli stereotipi di aridità e non accoglienza, ci sono tante luci. Gli auguri dal nostro corrispondente
Il Duomo di Milano a Natale

Non è un anno vecchio che finisce, ma un anno nuovo che inizia. Milano vede positivo, speranza voglia di farcela. Il nord pieno di forti contraddizioni, di ricchezza e di povertà, di pseudo razzismo e di grande accoglienza. Milano laboriosa e ricca di iniziative di reciprocità e di accoglienza, di desiderio di esprimere il meglio della vita.

 

«Fare della nostra Città un luogo coeso, solidale, comunicativo, aperto a tutti, dove il terreno è liberato dalle aridità, dai sassi e dai rovi che ne soffocano la fertilità, dove poter realizzare i progetti di vita più veri credo sia non un’utopia, ma un’impresa possibile e affascinante». L’ha detto il cardinale Dionigi Tettamanzi nel discorso alla città, intitolato proprio:  “Milano; una città dal terreno buono” tenuto il 6  dicembre nella basilica di sant’Ambrogio. 

 

E’ una fotografia reale che può trasformarsi in impresa possibile. Certo l’anno che si chiude ha evidenziato qui forse, più che in altre parti le contraddizioni della politica, dell’economia, del vivere sociale. Ma la voglia di riscatto è tanta, e il terreno “buono” è pronto ad accogliere il seme e farlo germogliare per dare ancora una messe ricca e abbondante da condividere con tutti. 

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