Il salotto del “Tu”

Sono over sessanta, sono donne, ma piene di voglia di fare mettendosi a servizio degli altri con i propri talenti
Il salotto del Tu

Duecentodieci uova, quarantacinque chilogrammi di farina e venti di zucchero, poi ci sarebbero gli ingredienti segreti, che però abbiamo promesso di non divulgare. Non si tratta della dose per un pan di spagna gigante, ma dei numeri dell’impasto per i “biscotti di zia Pierina”, che ogni anno alcune signore della parrocchia di Alberese, in provincia di Grosseto, preparano in occasione del mercatino di beneficenza dell’Immacolata, a favore Caritas Baby Hospital di Betlemme del. Si trovano, qualche giorno prima, a casa di una di loro, Ornella, in un antico podere nato durante la bonifica, negli anni Trenta del Novecento, ai piedi dei Monti dell’Uccellina. Nel suo forno all’aperto, sfornano biscotti a ciclo continuo, per una giornata intera.

 

Le promotrici di questa lunga marcia del biscotto sono una ventina di donne del paese, coadiuvate dai loro mariti. Sono le infaticabili signore del “salotto del Tu”, tutte donne over sessanta che, qualche anno fa, hanno sentito l’esigenza di ritrovarsi insieme.

Racconta Anna, mentre segue la cottura dei biscotti accanto al forno: «Il nostro gruppo è nato dal desiderio di stare insieme. Volevamo vincere l’isolamento e la solitudine che talvolta viviamo nelle nostre campagne, soprattutto le persone anziane».

 

 

Hanno cominciato trovandosi ogni mercoledì pomeriggio, in una delle sale della parrocchia di Santa Maria dell’Alberese che, pian piano, hanno trasformato in una specie di sartoria: «Il fatto è che non siamo capaci di stare, come si dice, con le mani in mano. Non potevamo vederci solo per prendere il tè o per mangiare un dolce. Così, ognuna ha cominciato a portarsi un lavoro da fare…» spiega Roberta mentre passa ad Anna un vassoio di biscotti crudi.

Le abilità del salotto sono diverse: chi sa lavorare all’uncinetto o a maglia, chi sa ricamare a punto croce, o a giorno, chi sa disegnare modelli, chi sa cucire.

«Lavorando insieme, abbiamo rispolverato tanti talenti. Tra noi ci sono anche delle ex-sarte,» racconta Laura dalla cucina, mentre impasta l’ennesima dose di biscotti «insomma, riuscivamo a fare dei piccoli capolavori… e così, ci è nata l’idea di metterli in vendita durante i mercatini organizzati dalla parrocchia.» 

Tra le loro creazioni: gufetti e gatti fermaporta, asciughini e grembiuli cuciti e ricamati a mano, sciarpe e cappelli di lana, presine, addobbi natalizi, porta penne, paraspifferi a forma di bruco, borse, tappetini e, naturalmente, biscotti!

 

 

«Lavorare per il Salotto del Tu ci rende felici. È qualcosa di più di un semplice laboratorio. Noi ci sosteniamo, ci incoraggiamo, ci stiamo vicine, soprattutto nei momenti di malattia e difficoltà» spiega Anna. Ora, il Salotto si è allargato alle campagne, dove abitano signore che per motivi di salute non possono muoversi da casa. A loro il lavoro viene portato a domicilio, e diventa un modo per donarsi, anche nell’immobilità.

Resta un dubbio, il senso del nome. Mi risponde Ornella, mentre insacchetta i primi biscotti pronti: «Il nome l’ho inventato io: avevo notato che dalla più grande, che ha ottantasette anni, alla più piccola, ci davamo tutte del tu. Così, ho pensato che, invece di chiamarci il salotto del tè, potevamo chiamarci il Salotto del Tu!»

 

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