Il mondo di Amelie

In Francia l’ultimo film di Jenaut è diventato un vero e proprio caso cinematografico, raggiungendo un successo di pubblico inaspettato che ha dato il via a un vero e proprio fenomeno di costume. Merito di una storia semplice, e tutto sommato banale, giocata sul facile terreno dei buoni sentimenti, ma che il talento visionario del regista di Delicatessen è riuscita a trasformare abilmente in un’opera intrigante, intelligente e innovativa. L’originalità che ha sempre contraddistinto la filmografia di Jeneaut traspare in ogni sequenza e riesce a dare spessore a una storia che, letta dal copione, non sembrerebbe altro che una favola dai toni un po’ demodé. Così, sostenuto da una sceneggiatura senza sbavature, da una galleria di personaggi strampalati particolarmente efficaci; con attori calati nelle lorocaratterizzazioni, un’ambientazione che riscopre il romanticismo di una Montmartre da cartolina, un ritmo che non cede mai il passo e un montaggio costellato da continue invenzioni, Il favoloso mondo di Amélie riesce a trasformare la storia di una cameriera introversa e solitaria che decide a un certo punto di occuparsi degli altri – trasformando così la vita propria e altrui in una visione serena – in qualcosa di più che un semplice inno al buonismo. Per questo il film è riuscito a catturare sia il pubblico che si intenerisce di fronte alla bontà della bella Amélie sia gli spettatori più sensibili al buon cinema. Anche se è vero che spesso la realtà è tutta un’altra cosa. Regia di: Jean-Pierre Jeunet; con Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Yolande Moreau, Emma Lebail. Cristiano Casagni

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