Il dibattuto voto indiano

Saranno oltre sette milioni gli elettori che decideranno le sorti amministrative del Paese di Gandhi. Nelle zone rurali sembrerebbe favorito il Partito nazionalista: i contadini lo sostengono perché indignati contro le politiche del governo centrale
In India iniziano le operazioni di voto

Oggi la più grande democrazia del mondo va al voto. Sarà un processo lungo, come si conviene a un popolo di un miliardo e cento milioni di abitanti che manda al voto 840 milioni di persone e che dalla sua indipendenza, a fine anni Quaranta, è sempre stato capace di gestirsi con mandati democratici. Il processo è lungo perché con un tradizionale modello dispiegato nel tempo, le consultazioni vengono effettuate in diversi Stati nel corso di un arco di tempo che arriva a un mese, salvo poi assicurare la proclamazione finale dei risultati in tempi abbastanza veloci. Le elezioni, a partire da oggi, si articoleranno infatti in altre fasi fra il 9 aprile e il 7 maggio. Alcuni Stati voteranno in più di un giorno, in base al numero delle circoscrizioni. La conta dei voti avverrà in una sola giornata – il 16 maggio – e il nuovo Parlamento sarà costituito entro il 31 maggio.

Ad aprire le consultazioni elettorali del 2014 sono oggi gli Stati del Nord-est, due fra le "sette sorelle", come vengono familiarmente definiti gli Stati che con l’Assam circondano a corona il Bangladesh fino a toccare il Myanmar. Saranno 7,6 milioni di elettori a recarsi alle urne in Assam, appunto, e in Tripura.

La popolazione in questa parte dell’India è di fatto rurale, dedita particolarmente alla coltivazione del tè – la specialità dell'Assam è considerata tra le più pregiate al mondo –. La maggioranza degli elettori sono di origine tribale, a differenza del resto del Paese, e si lamentano – e questo le accomuna all’opinione pubblica nazionale – per un aumento eccessivo dei prezzi e di essere state "dimenticate" dal governo centrale, perché lontane da New Delhi.

I nazionalisti indù del Bharatiya Janata Party (Bjp, l'opposizione) sperano di far leva proprio su questo malcontento per vincere nell'area, che però da sempre è una roccaforte del Congresso, attuale partito al governo, e, soprattutto in Tripura, del Partito comunista locale.

In generale le consultazioni elettorali di quest’anno sono riconosciute come fra le più combattute nella storia della democrazia indiana per lo scontro aperto fra il partito del Congresso e il Bjp, considerato legato al fondamentalismo indù, e di entrambi questi partiti con il nuovo Aam Admi Party (Aap), che rappresenta l’opinione pubblica contro la corruzione. Il verdetto è in mano ad un elettorato tutt’altro che manipolabile e che in passato ha dato prova di maturità e di scelte coraggiose e perentorie.

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