Il cuore del Meeting di Rimini

Chiusa la 31esima edizione. Nonostante la crisi, confermata un’altissima partecipazione del pubblico all’evento clou dell’estate. Intervista a Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting
Emilia Guarnieri

 

 

Un primo bilancio del Meeting di quest’anno…

«Il bilancio del Meeting 2010 è estremamente positivo. In un tempo di crisi, che ci suggeriva motivi di preoccupazione, si è riconfermata un’altissima partecipazione di pubblico, quasi 800mila presenze, e si sono incrementate le presenze internazionali, a livello di relatori, di volontari e di pubblico: decisamente superiore è stata l’affluenza di gruppi numerosi provenienti dall’estero. E i

partecipanti hanno aderito con entusiasmo a tutte le proposte del Meeting, sia culturali che artistiche. Un pubblico che ha cercato la proposta che il Meeting ha offerto».

 

Quali sono stati i temi del dibattito politico, sociale e religioso più  utili per l’Italia?

«La crisi economica è stato un tema centrale e si è messo in evidenza che da questa situazione si esce con la molla del desiderio dell’uomo che si rimette a rischiare e a investire. E il desiderio di cose grandi può essere un motore anche per l’economia. È stato documentano anche dai protagonisti che sono intervenuti, da Tremonti a Marchionne. E nell’arco della settimana, in una positività che non ha bisogno di alchimie politiche, si è realizzato l’incontro tra il desiderio del cuore di cose grandi e realtà che possono favorire la ripresa. Se si vuole ripartire, e, in qualche modo si sta già ripartendo, bisogna ricominciare dalla voglia di lavorare, dalla voglia di fare cose positive, abbattendo ideologie e schemi vecchi e triti.

«Un altro punto centrale è stata l’esperienza di ecumenismo, unità e dialogo. Il titolo “Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore” è diventata per tutti ipotesi reale di confronto su ogni questione. Non abbiamo ascoltato voli pindarici o teorie astratte, ma una lettura della propria esperienza alla luce del titolo. L’apice è stato l’incontro del metropolita Filaret col cardinale Erdö quando il metropolita ha affermato: “Come si fa a fare l’unità? Siamo qui, la stiamo facendo”».

 

Desiderio. Cuore. Sono le due parole chiavi del Meeting 2010? Che significato avete voluto dare a queste parole?

«Desiderio e cuore, nel senso che il cuore desidera cose grandi come l’unità, l’amicizia, la bellezza, il desiderio di giustizia, di verità. Ci sono stati tanti incontri di carattere teologico, spirituale, filosofico, culturale. E il cuore è il punto che tutti gli uomini hanno in comune, e dal cuore si sprigiona questo desiderio di grandezza. E a fine ottobre saremo al Meeting del Cairo, invitati da amici e da realtà istituzionali con una mostra, uno spettacolo e alcune conferenze. Idea nata lo scorso anno a Wael Farouq, docente di Lingua araba all’American University del Cairo, visitando i padiglioni della Fiera di Rimini accompagnato da due giudici egiziani».

 

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