Il coraggio di Boris Eltsin

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Anche per Boris Eltsin la morte è arrivata di soppiatto, fermando il suo cuore malato. Sembrano lontanissimi gli anni in cui proprio lui, Boris Eltsin, montando su quel carro armato per arringare la folla di Mosca, decretò la fine dell’Urss. In Occidente, dove si assistette col fiato sospeso al concatenarsi di quegli avvenimenti e se ne valutò ben presto l’immensa portata storica, ancora oggi si è indotti forse a premiare le figure di altri grandi protagonisti, soprattutto di Gorbaciov, che aveva posto il seme di quel rinnovamento. Eppure, senza la determinazione di Eltsin, anche quella fiamma di libertà che si era accesa sarebbe stata spenta. Gorbaciov stava pilotando un rinnovamento indolore che, nei suoi calcoli, avrebbe salvato il partito e l’Unione Sovietica, pur trasformandoli profondamente. Ma non si era protetto le spalle e si trovò agli arresti nella sua residenza. Fu allora che, con grande coraggio, entrò in scena Eltsin. Si liberò di amici e nemici; prese a cannonate i protagonisti di quel tentativo di colpo di Stato, asserragliati nella Casa Bianca, e attuò in poche mosse la propria rivoluzione. Rimise in sella Gorbaciov, ma giusto il tempo per farlo dimettere. Indisse per la prima volta in Russia elezioni libere. Sciolse il partito comunista e liquidò l’impero sovietico ridando l’indipendenza alle repubbliche periferiche: cioè a baltici, moldavi, ucraini, bielorussi, armeni, azeri, georgiani, kirghisi, tagichi, uzbechi, turkmeni, cazaki. Introdusse l’economia di mercato e avviò la liquidazione dell’immenso patrimonio dello Stato. Ma distruggere era più facile che costruire. Gran parte delle privatizzazioni, infatti, finì nelle mani dei burocrati più scaltri. Iniziò la fase calante della fortuna di Eltsin, sempre più compromesso nella salute, anche per la sua predilezione verso l’alcol. La crisi economica era inevitabile e con quella anche l’eclissi del ruolo di grande potenza della Russia. Tuttavia ebbe il coraggio di uscire di scena abdicando in favore di un uomo nuovo, Putin. Agendo nell’interesse del suo Paese, si può dire che ancora una volta Eltsin ebbe ragione, tanto è vero che prima di morire il vecchio leone ha potuto vedere la Russia risollevarsi. Nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, distrutta da Stalin e ricostruita da lui, Boris Eltsin è stato il primo capo di Stato russo, dopo gli zar, ad avere funerali di Stato religiosi, presenti i grandi della Terra che furono spettatori della sua rivoluzione.

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