I nativi digitali? Iperconnessi, multitasking e un po’ sprovveduti

In Rete si chatta, si fa amicizia, si ascolta musica e si scaricano film illegalmente. Solo il 10 per cento si connette per studiare. Questi i dati dell’indagine “La dieta mediatica dei nostri figli”, presentata dal Movimento italiano genitori
Primavera digitale

La tv è accesa sullo sfondo. In mano c'è il cellulare per scambiare messaggi con gli amici, mentre si sta seduti davanti al computer dove per la maggior parte del tempo si è su Facebook. Con una mano inviano l’ultimo messaggio su whatsapp, con l’altra postano foto, condividono video, videogiocano.

È questa l’immagine dei "nativi digitali", emersa dalla ricerca La dieta mediatica dei nostri figli presentata dal Moige, Movimento italiano genitori, curata dal professor Tonino Cantelmi, docente di Psicologia alla Lumsa. Studiare su Internet? Solo 1 su 10 si connette per fare ricerche o approfondire contenuti, tutti gli altri ascoltano musica, scaricano film illegalmente, chattano, ma soprattutto fanno amicizia. Un adolescente su cinque ha incontrato online le persone che frequenta e addirittura il 17 per cento degli adolescenti tra i 14 e i 20 anni ha ammesso di aver cominciato quasi sempre una relazione sul web.

Pericolosi e allarmanti questi dati, la generazione 2.0 sembra non accorgersi che se su Internet ci si può divertire e svagare in tanti modi, bisogna anche stare attenti a chi si incontra, a chi si mandano le proprie immagini o con chi si scambia il numero di cellulare. Così, se i ragazzi sono sempre connessi, pochi sono quelli che sfogliano una rivista, leggono un giornale o occupano il proprio tempo libero leggendo un libro. Addirittura molti preferiscono  rimanere davanti alla tv o al pc piuttosto che uscire. «Come rimanere impassibili davanti al 21 per cento degli intervistati che preferisce la compagnia della tv ad un incontro con gli amici?», dichiara Maria Rita Munizzi, presidente Moige.

Ma se è vero che l’80 per cento dei bambini ha un cellulare personalizzato e che il 52 per cento del campione trascorre più di due ore al giorno davanti alla tv guardando film non adatti ai minori, allora ci troviamo davanti a una vera e propria emergenza educativa. I genitori spesso non danno orari, così i ragazzi passano il pomeriggio intero a giocare con i videogiochi, addirittura più del 10 per cento del campione afferma di perdere ore di sonno pur di continuare la partita, il computer è nella cameretta e i minori possono accedere facilmente a contenuti non idonei; in questo caso, poi, i figli ne sanno più dei genitori, che rimangono esclusi dai contenuti del web, non lo conoscono, ne sembrano quasi spaventati e così non riescono ad aiutare i figli ad utilizzarlo in maniera diversa.

Per i nativi digitali, il confine tra virtuale e reale diviene sempre meno definito, un video che apre la tavola rotonda per la presentazione dell’indagine ne è la testimonianza: una bambina di poco più di un anno gioca senza difficoltà con un tablet, ma quando le mettono in mano una rivista, tenta di allargare con le dita le immagini sulla carta. I genitori devono allora essere coraggiosi, imparare e cercare di comprendere il mondo digitale e, come afferma Maria Rita Munizzi, accompagnarli, così come si fa nel mondo reale, anche in quello virtuale.

     

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