I napoletani puzzano?

Raffica di polemiche per il commento razzista di un giornalista della redazione Rai di Torino alla vigilia della sfida Juventus-Napoli. Le scuse del comitato di redazione, l’indignazione dei telespettatori e del presidente dell’ordine dei giornalisti
napoli juventus 20 ottobre 2012

Raffica di polemiche e grande delusione per il commento razzista di un giornalista della redazione Rai di Torino alla vigilia della sfida Juventus-Napoli. Le scuse del comitato di redazione, l’indignazione dei telespettatori e del presidente dell’ordine dei giornalisti
 
Immaginiamo la faccia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano quando ha saputo la notizia e speriamo che nessuno, tra coloro che lo hanno incontrato negli ultimi giorni, abbia osato annusarlo (sì, annusarlo!) per verificare se davvero, come affermato da un giornalista Rai, «i napoletani li riconosci dalla puzza»…
Ma procediamo con ordine.
 
Partiamo da un campionato di calcio che, fino a venerdì scorso vedeva in testa, alla pari, Napoli e Juventus. Registriamo un’accesa competizione tra le due squadre, acuita già da tempo dalle (discusse) modalità che hanno portato alla vittoria la squadra torinese in Cina, in occasione della Supercoppa. Arriviamo alla partitissima, vinta per due gol a zero dalla Juve. Siamo a Torino, i primi tifosi, di entrambi gli schieramenti, si apprestano ad entrare allo stadio. Vicino ai cancelli ci sono anche le telecamere del tg regionale della Rai. Giampiero Amandola intervista i sostenitori dei due schieramenti, manda tranquillamente in onda con il beneplacito della redazione due juventini che cantano «O Vesuvio “lavali” tu», e registra le dichiarazioni di un tifoso che dice: «I napoletani sono ovunque, come i cinesi». E lì scatta il suo (infelicissimo) commento: «Li distinguete dalla puzza, con signorilità».
 
Non l’avesse mai detto! I primi ad arrabbiarsi, giustamente, sono stati i tantissimi napoletani che risiedono a Torino, ma anche alcuni supporter juventini. Poi, il tam tam è partito sui social network e tra un cinguettio su Twitter e migliaia di post nelle bacheche Facebook, il comitato di redazione (Cdr) del Tgr è stato costretto a scusarsi “con i telespettatori” per gli «apprezzamenti irrispettosi nei confronti dei tifosi napoletani». Il Cdr ha sottolineato «come anche il collega protagonista dell'episodio abbia riconosciuto di essere incorso in un incidente dovuto alla fretta con la quale ha dovuto montare il servizio». «Il tentativo di ironizzare sugli aspetti più beceri del tifo da stadio si è trasformato in una battuta infelice per la quale è giusto chiedere scusa. Neppure lontanamente l'informazione del servizio pubblico radiotelevisivo può essere accostata a valori che non siano quelli della solidarietà e del rispetto tra le persone».
 
Scuse accettate? Visto come sono state formulate, nemmeno per sogno! C’è chi comincia ad ipotizzare richieste di rimborsi del canone Rai, che in quel servizio di pubblica utilità non aveva decisamente nulla, e chi ha inondato di mail e di lettere di protesta la redazione torinese, ipotizzando per i colpevoli il trasferimento a Napoli per sei mesi.
 
Chiariamoci: se a pronunciare quella frase offensiva fosse stato un tifoso, tutto sommato ci poteva anche stare. Ma che a farlo sia stato un giornalista, con una deontologia e un’etica da rispettare, che lavora per la Rai, cioè per il servizio pubblico, è decisamente inaccettabile.
 
Anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, è intervenuto, chiedendo all’ordine piemontese di aprire un procedimento disciplinare nei confronti del giornalista incriminato. Sulla sua bacheca Facebook si è anche chiesto come la Rai intenda intervenire.

Eh, sì, perché intervenire si deve. E speriamo anche con severità, per restituire dignità al giornalismo, al servizio pubblico, al calcio e a tutti gli italiani, napoletani compresi.

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