Grottaferrata, un comune in fermento

Tante le iniziative organizzate in questa cittadina dei Castelli romani per promuovere "in rete" la cultura. La testimonianza di Ima Ampong.
Ima Ampong
Un giorno, camminando all’aria aperta nella mia Grottaferrata, nei verdi Castelli romani, mi sono imbattuta in una manifestazione promossa dal Comune: “La Settimana europea della scienza”. Come scienziata, il poster ha subito attirato la mia attenzione. Proprio in quei giorni mi ruminava dentro una domanda: Ci saranno notizie positive, diverse da quelle piene di violenza che ci scodella la tv? Beh, eccone una! Decido di recarmi sul luogo dell’evento, l’Istituto comprensivo statale Giovanni Falcone, e lì scopro l’interessante iniziativa promossa da Veronica Arpaia, consigliere comunale di Grottaferrata.

 

È lei a spiegarmela. Dipendente di un Centro di ricerca, la dottoressa Arpaia era ben contenta di potermi dire di più del progetto davanti a una tazza di caffè. «Ci sono molti ricercatori a Grottaferrata, sensibili alle tematiche scientifiche. Tutto è partito dalla proposta fatta al comune all’associazione "Frascati scienza” di partecipare a questa iniziativa – mi spiega Arpaia – come hanno fatto i comune limitrofi, che pur dando il loro patrocinio, non avevano avuto ancora la possibilità di una partecipazione attiva. Il sindaco Gabriele Mori di Grottaferrata, sensibile alla promozione culturale della città, mi ha proposto di sviluppare questa iniziativa col Comune». Prima tappa, Frascati: un “assaggio” di scienza grazie ad uno stand allestito in piazza.

 

Insieme a studenti prossimi alla laurea in Biologia, 600 ragazzi hanno preso parte alle conferenze organizzate nelle scuole medie di Grottaferrata. I temi spaziavano dall’energia atomica alla chimica, dalla biologia alla fisica nucleare, alle micro particelle… Insomma le competenze stesse dei ricercatori. «Molte persone che abitano nel nostro comune sono sensibili a queste realtà. Abbiamo organizzato una manifestazione dal titolo “Scienza, Terre e Vino” sulla valorizzazione del territorio, ed insieme all’Esa (Agenzia spaziale europea) abbiamo cercato di sensibilizzare la popolazione sui danni dell’emissioni nell’ozono, il problema delle acque e altri aspetti scientifici correlati».

 

Ma la creatività di Grottaferrata non finisce qui. Un altro progetto ha messo in rilievo il patrimonio ricchissimo racchiuso dentro le mura della sua abbazia: l’arte millenaria del restauro del libro, conservata e tuttora praticata dai monaci di San Nilo. “Grottaferrata, città del libro” nasce da un’idea di Maurizio Scaparro, regista teatrale di fama nazionale ed internazionale, che su iniziativa del sindaco Mori ha creato dal nulla una manifestazione che non vuole essere fine a sé stessa, ma vuole continuare nel tempo. «Questa manifestazione non nasce per caso a Grottaferrata – spiega il primo cittadino – la cui stessa storia è radicata nel libro».

 

Tante le attività organizzate: laboratori per bambini, incontri con gli autori, presentazioni di libri, spettacoli, e tanto altro; il tutto per le strade e nelle piazze della città, nella biblioteca e persino nel cortile dell’abbazia. Fernando Ceriani, direttore artistico della Compagnia italiana e coordinatore organizzativo della Festa del libro, ci ha spiegato cosa sta sotto tutto questo lavoro. «La nostra volontà – racconta – non era quella di fare un festival fine a sé stesso, ma di esaltare le eccellenze culturali locali e realizzare un evento che rimanga nel tempo. Oltre ai numerosi artisti di valore nazionale che hanno riempito le piazze, molti spettacoli sono stati  pensati per le giovani generazioni, proprio per riavvicinarle alla cultura e al libro in particolare».

 

La mia conversazione con Arpaia mi ha lasciato un nuovo senso di speranza. Sono rimasta colpita dal fatto che il Comune abbia promosso un protocollo d’intesa con i comuni limitrofi (Frascati, Ciampino, Rocca di Papa ed altri). Che bell’esempio di quanto si può realizzare insieme! È l’inizio d’una rete tessuta in nome della fraternità, un invito a tutte le città a fare esperienze positive da mettere in comune.

 

Concludendo la nostra chiacchierata, ho chiesto ad Arpaia come vede il suo ruolo per il futuro. Con passione mi ha risposto: «Bisogna fare in modo che queste iniziative continuino dopo di noi, che si porti avanti questo progetto». Sì, ora tocca alle nuove generazioni!

 

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