Niente riduzione del debito, per ora

Discussioni senza fine, con Eurogruppo e Fmi, senza altro risultato che il peggioramento della situazione del Paese ellenico. Sembra un teatro dell’assurdo

Ancora un Eurogruppo – quello di lunedi 20 Febbraio – che non ha avuto i risultati desiderati dal governo Greco. Si aspettava una decisione politica sulla conclusione della seconda valutazione del terzo programma di salvataggio che avrebbe sbloccato una tranche di aiuti. Inoltre, si aspettava un chiarimento sulla partecipazione o no del Fondo Monetario Internazionale (FmI) al programma, e in caso di partecipazione in che modalità.

C’era attesa anche per un accordo sull’alleggerimento del debito pubblico, come pretendeva il Fmi. Invece, e nonostante gli elogi verbali per gli sforzi fatti dal governo, l’Eurogruppo non ha dato nessuna risposta concreta, tranne il permesso ai tecnici del Fmi di ritornare ad Atene, ricominciare il negoziato e concludere un accordo tecnico.

Dall’altra parte, il ministro delle Finanze Euclide Tsakalotos ha accettato ulteriori misure di austerità dal 2018 in poi. Sull’alleggerimento del debito si discuterà alla fine del programma, quando si prevede che tutto sarà in regola, nel senso che il Paese avrà un più 3,5% e tutte le riforme strutturali saranno state effettuate. In breve, niente di nuovo.

Il meeting di mercoledi 22 Febbraio tra Angela Merkel e Christine Lagard era considerato ugualmente importante, avrebbe potuto dare qualche risultato sulla partecipazione del Fmi, la percentuale degli avanzi primari e l’alleggerimento del debito pubblico. Invece, l’unica cosa in cui sono state d’accordo le due signore è stata di intensificare la pressione sul governo Greco per concludere le riforme, imporre più misure di austerità e rivedere l’alleggerimento del debito dopo alla conclusione del programma. In più Lagard, che era contraria agli alti avanzi primari, alla fine li ha accettati. Nello stesso tempo, Christine Lagard non ha potuto fare delle promesse perché non si conosceva la posizione del presidente Trump sull’ argomento. Dall’altra parte la signora Merkel ha adottato un linguaggio assai diplomatico, in vista delle elezioni in Germania, non volendo irritare l’opinione publica tedesca, sia la parte che sostiene la Grecia, sia quella che propone il Grexit.

Tsipras ha cercato di comunicare i risultati all’interno del Paese in modo positivo, negando che farà ulteriori tagli ma, malgrado lo sforzo, non è riuscito. Non solo l’opposizione, ma anche l’opinione pubblica, hanno capito che Tsipras ha accettato tutto e accetterà di più, che alcuni governi europei, in vista di elezioni critiche, volevano solo allontanare per alcuni mesi il problema Greco, e che ulteriori misure di austerità porteranno il Paese oltre il limite già raggiunto.

Oggi, secondo informazione pubblicata dal Wall Street Journal, il nuovo ministro delle Finanze ha chiesto dal Fondo Monetario Internazionale di adottare una posizione dura al negoziato con Atene. E tutto questo mentre sia l’Eurogruppo sia l’Ecofin ammettono che i calcoli sulla sostenibilità del debito greco del gruppo Thomsen-Velculescu (Fmi), presentati al rapporto del Fondo, erano sbagliati, per cui le misure richieste alla Grecia non possono essere rimborsate e, in realtà, non sono neanche necessarie. Ci si chiede: se questo non è il teatro dell’assurdo che cos’è?

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