Quando il cielo è più terso

La stanchezza, la monotonia, le responsabilità della vita rischiano ogni giorno di spegnere la gioia. In quei momenti il desiderio di evadere è forte, ma quando il cuore è in cerca di una verità profonda non fugge, piuttosto si tuffa in un oceano di pace
Pellegrini pregano davanti all'immagine di Maria a Medjugorje. Foto: Agustina Copparoni

In pochi posti al mondo si trova quel canto armonico che rallegra il cuore, uno tra questi è Medjugorje. Perché Medjugorje? Le parole potrebbero sciupare tanto mistero, così eccelsa bellezza. Eppure è bene usarla qualche battuta per dire l’indicibile. Se ci si dovesse fermare all’apparenza, nessuno mai sceglierebbe quel luogo, forse è il motivo per cui è stato scelto da Maria. Il Cielo non ama visitare ciò che è già frequentato, ma località sconosciute e abbandonate, cuori dimenticati e non considerati quasi ovvi allo sguardo del mondo. È il motivo per cui Maria da più di 40 anni ogni giorno visita quel lembo di terra portando un bagliore di luce diversa, una pace che scende in moltitudini di cuori.

a far parlare il mondo intero non sono i veggenti ma Maria stessa, con il suo stile materno, dolce, essenziale come l’amore, con le sue espressioni forti, ripetute come le note e le parole di un ritornello perché entrino nella vita di ogni figlio.

Non ci si stanca mai, a Medjugorje vuoi sempre ritornare… per sentire il timbro di una voce che non fa tremare ma vibrare l’anima. Un luogo dove la fatica diventa metafora della vita, la bellezza trasforma il cuore, la preghiera scandisce le ore del giorno e della notte, gli idiomi rappresentano il mondo intero accorso ad ascoltare gli inviti pressanti di una Madre che sa tradurre il primo invito del Vangelo: «Convertitevi», in «questo è il tempo per cambiare» recapitato da saluti dolci: «Cari figli»… «grazie per aver risposto alla mia chiamata».

A Medjugorje la Chiesa è giovane, sa di avere futuro anche in mezzo a questo buio dei nostri tempi. Ci sono piccoli e grandi, giovani e bambini, anziani e famiglie intere, credenti e «quelli che non hanno conosciuto ancora l’amore di Dio» ma lo cercano e lo desiderano, religiosi, sacerdoti. Tutti vanno lì, nel grande lavatoio del mondo, per sciacquare il cuore dalle macchie del peccato e tornare a casa sollevati e cambiati.

Immagine di Maria con in fondo la Croce sul Monte Podbrdo a Medjugorje. Foto: Agustina Copparoni

Lì Maria ama annunciare agli uomini il Vangelo, condurre i cuori al Figlio, far riscoprire all’umanità la missione e la dignità di esser figli. Il mondo è continuamente appeso agli inviti di questa Madre, sembra strano come l’anima di tanta gente che fino al giorno prima non distingueva il bene dal male possa sciogliersi alla sola fatica di un camminare in collina, dove ogni Ave colpisce la durezza, leviga il cuore, riecheggia nel profondo. Lì giunge ogni storia che sembra finita, riprende il via sotto quella grande Croce che la Provvidenza scelse dall’inizio come segno di grandi prodigi. In ogni angolo si trova quella materia fragile di uomini provenienti da ogni dove per diventare creta potente che riparte dispiegando nuovi progetti di vita.

A Medjugorje tutta l’umanità grida: prenditi cura di me! E Lei risponde: «Se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia!». Eh sì, chi ne vuole sentire il sapore non può che andare, chi vuole sapere qualcosa non può che vedere. Venite e vedrete, invito tanto antico quanto nuovo, i curiosi rimangono delusi, i cercatori si sentono trovati. Il cielo di Medjugorje ha il colore terso del paradiso perché Maria sa colorare di bellezza ogni cosa.

Don Giuseppe Cippitelli

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