Grecia, il premier Tsipras si è dimesso

Il primo ministro ha rinunciato all'incarico di governo. Il suo obiettivo è di indire elezioni anticipate a settembre, per ritornare al potere, con una maggioranza più salda e senza le critiche dell'ala radicale del suo partito. La sua mossa non è però piaciuta alla popolazione e all'opposizione
Il premier greco Tsipras annuncia al suo popolo che si dimetterà

Con un annuncio fatto ieri sera alla televisione, Tsipras ha informato il popolo greco della sua decisione di dimettersi. Il premier ha spiegato di sentire l’obbligo morale e politico di avere dai cittadini un nuovo mandato perché è stato costretto a fare una scelta strategica, quella dell’accordo per ricevere nuovi fondi, opposta alle promesse fatte in campagna elettorale, grazie alle quali ha vinto le elezioni del 25 gennaio scorso.

 

Tra l’altro, il premier ha anche fatto riferimento alla polemica sollevata dall’ala radicale del partito, contro il suo governo, che non gli permetterebbe di attuare gli impegni presi a livello internazionale. Successivamente, Tsipras si è recato dal presidente della Repubblica, a cui ha consegnato le sue dimissioni.

 

La data esatta delle prossime elezioni non è ancora stata fissata a causa delle restrizioni istituzionali che impone la Costituzione greca: I primi tre partiti accoglieranno il mandato di formare un governo, ma se nessuno riuscirà a farlo, allora si procederà con nuove elezioni. Le date più probabili, al momento, appaiono il 20 e il 27 settembre.

 

Guardando ai vari scenari che si erano aperti nei giorni scorsi, adesso, ad una prima lettura degli ultimi eventi, potrebbe sembrare che il premier abbia scelto il meno ragionevole. Ad una lettura dei fatti più approfondita, però, emergono ragioni, o meglio, tattiche, ben studiate. Innanzi tutto, le elezioni anticipate non darebbero tempo all’ala radicale di riorganizzarsi. Questa parte politica, guidata da Lafazanis, ha dichiarato che intende creare un altro partito favorevole al ritorno alla dracma.

 

Le tensioni tra il governo e l’ala radicale si erano fatte sempre più forti, tanto che si era arrivati al lancio di reciproche accuse del tipo “il miglior studente di Schauble (il ministro delle finanze tedesco, ndr) è Tsipras” da parte di Lafazanis, e “Lafazanis serve gli interessi di Schauble” dal parte del governo. Era chiaro, quindi, che fosse in corso una Guerra intestina al partito.

 

Seconda ragione, se Tsipras indicesse le elezioni tra fine ottobre e inizi di novembre, e questo sarebbe lo scenario più ragionevole, rischierebbe di perdere voti. Entro quella data, infatti, entreranno in vigore delle leggi molto invise alla popolazione, come  l’iva per gli impreditori, la tassazione degli agricoltori e il pagamento della tassa sugli immobili (ENFIA). Non si sa se queste ragioni siano sufficienti per provocare elezioni tanto anticipate o se queste tattiche produrranno risultati concreti. Il fatto è che né la gente né l’opposizione volevano nuove elezioni.

 

L’opposizione sostiene che Tsipras, come al solito, cerca di risolvere i problemi interni al suo partito ricorrendo al popolo, tramite elezioni questa volta, e lo accusa di arrivismo politico. La gente, invece, è stanca di assumersi responsabilità che non le spettano. Inoltre, l’incertezza provocata da questa situazione non consente alla già tormentata economia greca di riprendere quota e il mercato continua a morire lentamente. Comunque si vedrà presto se la decisione del premier di dimettersi si rivelerà un gioco al massacro o sarà invece uno scacco matto ai suoi rivali politici.

 

Nel frattempo, ci sono stati due nuovi sviluppi. Primo, sul fronte delle privatizzazioni, per quanto riguarda la vendita di 14 aeroporti regionali, sono stati emersi  problemi da parte della FRAPORT, l’azienda tedesca che li controllerà. Questa, infatti, chiede garanzie per poter operare e sostiene che, a causa dell’instabilità politica nel paese, non può trovare i finanziamenti necessari per usufruire della concessione e che le risulta difficile pagare le somme pattuite entro il 2015.

 

Il governo dichiara, invece, che da parte sua ha già fatto tutti i passi promessi. Infatti, l’affidamento della concessione quarantennale è già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Inoltre, il governo greco avverte Berlino – la concessione era uno dei punti dell’accordo – che se FRAPORT vuole rinegoziare l’accordo, la rinegoziazione sarà completa e non riguarderà solo i punti indicati dall’azienda tedesca.

 

Secondo sviluppo inatteso, due giorni fa, il primo ministro Tsipras ha chiesto il coinvolgimento del Parlamento Europeo nel controllo dell’applicazione dell’accordo-prestito con il meccanismo di stabilità. Nella sua lettera indirizzata al presidente del Parlamento Europeo Shultz, Tsipras sottolinea che il coinvolgimento dell’assemblea parlamentare è previsto dal Regolamento 472/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio per la sorveglianza fiscale degli stati-membri della eurozona che affrontano serie difficoltà finanziarie. Inoltre, aggiunge il premier, il Parlamento Europeo è l’unica istituzione europea con mandato diretto della popolazione e può dunque garantire la compatibilità della politica economica europea con l’Acquis Communautaire (l’insieme dei diritti, degli obblighii e degli obiettivi che accomunano e vincolano gli Stati dell’Unione eruopea). Il Presidente Shultz sembra aver accolto positivamente questa richiesta che, secondo lui, sarà discussa appena il Parlamento Europeo riprenderà i lavori. Tala richiesta non dovrebbe essere influenzata dal risultato delle nuove elezioni.

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