Grazie, Alda

Da un nostro lettore, gli ultimi istanti della poetessa.

Verso le ore 10:30 di domenica primo novembre, solennità di Ognissanti, p. Gianluigi Pasquale, cappuccino, Preside dello Studio Teologico affiliato “Laurentianum” di Venezia e Professore di Teologia presso la Pontificia Università Lateranense in Roma, ha dato l’ultimo conforto spirituale, ad Alda Merini, che lo aveva chiamato a Milano per affidargli la prefazione a un suo prossimo libro di poesie su Padre Pio. Forse Alda Merini aveva intuito che sarebbe stato il suo ultimo tramonto. Ma certo non se lo poteva immaginare p. Gianluigi. Arrivato da Venezia a Milano molto presto al mattino, è stato accompagnato all’ospedale San Paolo dall’editore Giuliano Grittini. Impossibile descrivere a parole l’incontro tra il p. Gianluigi e Alda, che non si erano mai conosciuti se non attraverso i rispettivi libri. Alda ha ricevuto, su richiesta, una benedizione con l’imposizione delle mani sulla testa, mentre ha desiderato fare l’ultima foto della sua vita con un quadro di Padre Pio, al quale era molto devota.

 

Recitata un’Ave Maria, Alda, come suo ultimo gesto, ha voluto stringere nel palmo della propria mano una reliquia dello Stigmatizzato del Gargano, molto gualcita, ma autentica, che possedeva fin da fanciulla. Poi ha detto alcune parole, privatamente, soltanto a p. Gianluigi. Il quale poi ha riferito che Alda aveva esclamato «Ah, sì» sentendo il nome di Padre Pio, che p. Gianluigi aveva menzionato per spiegare il suo arrivo all’ospedale. Certamente Alda ha parlato con quei suoi occhi verdi e penetranti, piuttosto che a parole, come p. Gianluigi stesso ha riconosciuto, affermando di essersi «sentito penetrare nell’anima da quello sguardo».

 

Alda, anche in questo ultimo suo giorno di vita terrena, si era fatta mettere lo smalto rosso alle unghie. Nel comodino aveva ancora un pacchetto di sigarette Lido. Ma rimane il mistero di come sia riuscita a chiamare un confratello di Padre Pio, un cappuccino, a Milano. Nemmeno l’interessato lo sa. Forse lo si capirà nel futuro perché lo spirito di Alda Merini non può morire, come quello di nessun altro che si affida a Dio. Tanto meno le sue poesie, ora patrimonio dell’umanità per sempre. Grazie Alda: hai parlato di te e di Dio anche con gli occhi.

 

p. Gianluigi Pasquale OFM Cap.

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