Gli scioperi di Genova arriveranno in tutta Italia

In nottata raggiunto l'accordo tra lavoratori e amministrazione sulla privatizzazione del trasporto pubblico. Intanto sono arrivate le multe per gli autisti ed è iniziata una catena di solidarietà per raccogliere i fondi. "Il problema non è solo della nostra città, riguarda tutto il Paese" affermano i sindacati
Sciopero Genova

Genova, stazione ferroviaria di Brignole, venerdì 22 novembre: è l’ora di punta, i pischelli con gli zaini guardano soddisfatti il piazzale antistante: manco un bus urbano, «anche oggi, niente scuola!».  Mi permetto di domandare ad uno studente quale Istituto frequenti: «che te frega», è la risposta. Mi allontano convinto che non ci siano istituti con questo nome. E inizio ad osservare la città, da Piazza della Vittoria, m’incammino lungo Via XX settembre. In Piazza De Ferrari stessa scena: gli scooter, che in questa città non si contano, adesso sembrano quadruplicati, così le bici, le auto. Genova è predisposta, per la sua conformazione, a fare da imbuto, al traffico, oggi non esplode, ma lamenta code, ingorghi, blocchi nei punti più nevralgici. E non c’è corsia gialla che tenga.

Nella città della Lanterna oggi si vive il  quarto giorno consecutivo di sciopero del trasporto pubblico. Bus, metropolitana, funicolari, ascensori e pure la navebus, che collega Voltri al centro città via mare. I lavoratori dell’Amt protestano contro la privatizzazione della municipalizzata decisa dal sindaco Marco Doria. Chi sciopera riceve la solidarietà dei lavoratori del trasporto pubblico di tutta Italia. Da Roma è arrivata anche una delegazione degli autisti dell’Atac.

«Genova è la scintilla di un incendio che si espanderà in tutta Italia. Ora devono essere i sindacati generali a diffondere le fiamme nelle altre città», ha detto Andrea Gatto, sindacalista della Faisa/Cisal, leader della protesta. «La questione di Genova è una questione nazionale, secondo Danilo Caruso, della Filt/Cgil Roma-Lazio. I lavoratori sono vittime come i cittadini». Tra i manifestanti c’è anche Beppe Grillo, infuriato come al solito, che urla in faccia ai manifestanti che la loro è una battaglia epocale. Fin dalle prime ore del mattino migliaia di lavoratori si sono dati appuntamento nella Sala Chiamata del Porto in una assemblea fiume, non importa che la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo, contro ignoti, per interruzione di pubblico servizio. E il Prefetto abbia deciso di far pagare le multe per lo stesso motivo.

I lavoratori hanno aperto un conto corrente di solidarietà per raccogliere fondi e pagarsi le multe legate alla precettazione per sciopero. Oltre alla giornata di lavoro persa, infatti, i lavoratori hanno ricevuto una multa di 250 euro per ogni giorno di astensione dal lavoro. C’è tensione e rabbia. Privatizzare l’Azienda, come sembra sia il desiderio dell’amministrazione comunale, è un passo verso l’incognito. Verso licenziamenti, riduzione del servizio, cassa integrazione. Sono quasi le 18 quando si apprende che il sindaco Marco Doria è in Prefettura impegnato in una nuova trattativa con le parti. E’ questo un segnale che potrebbe rivelarsi positivo, la decisione viene dopo un vertice in Regione. «Il Comune di Genova non vuole privatizzare l'Amt. E' falso dire il contrario». E’ un primo segnale positivo dopo giorni di muro contro muro. Pare che ora ci sia un minimo di disponibilità per fermare lo sciopero ormai avviato verso il quinto giorno. Ma a condizioni precise dice Doria:  «L'azienda deve avere i conti in equilibrio, non può fallire, abbiamo il dovere di salvarla. Vivo questa situazione- con grande senso di responsabilità e grande impegno. Sono stato coerente con le mie idee, si devono salvare i beni pubblici. Il Comune è disponibile a trattare sugli 8 milioni di euro che mancano per garantire la salvezza di Amt. Ma dobbiamo sederci al tavolo e discuterne a 360 gradi. Nessuno può chiamarsi fuori».

Inizia così la “notte dei coltelli”. Trattative serrate fino a iniziare a stilare una ipotetica bozza di accordo che prevede, dicono fonti sindacali, l’impegno della Regione a rendere operativa la nuova legge regionale sul trasporto pubblico locale entro la fine del 2014, mentre il Comune pare, verserebbe entro il prossimo anno 4,3 milioni di euro, recuperando altri 4 milioni dalla riorganizzazione aziendale, senza però toccare né gli stipendi né gli orari di lavoro dei dipendenti. I rappresentanti dei lavoratori hanno precisato che qualora fosse arrivato l’accordo entro sabato mattina, avrebbe dovuto comunque essere sottoposto all’approvazione dell’assemblea dei dipendenti, sabato mattina nella Sala Chiamata del Porto. E così sarà. La trattativa va avanti per otto ininterrotte, e quando è già sabato mattina (oggi) si firma la bozza di accordo sulla vertenza che ha portato a quattro giorni consecutivi di blocco dei trasporti pubblici a Genova.

L’intesa, che è sottoscritta da Comune di Genova, Regione Liguria, azienda di trasporto pubblico Amt e organizzazioni sindacali, sarà votata questa mattina dall’assemblea dei lavoratori. Se approvata, da oggi pomeriggio i mezzi pubblici torneranno a circolare.  I dettagli dell’accordo saranno resi noti dal sindaco Marco Doria in una conferenza stampa a Palazzo Tursi convocata a fine mattinata

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons