Gli immigrati lasciano la gru

Arrampicati sul braccio meccanico dal 30 ottobre, sono scesi a terra. Fondamentale la mediazione dei sindacalisti e dei rappresentanti della Diocesi
Immigrati Brescia
Hanno desistito, stremati dal freddo e dalle ormai precarie condizioni fisiche. Sono scesi dalla gru sotto una pioggia torrenziale intorno alle 21 di ieri sera i quattro immigrati che dal 30 ottobre occupavano la cabina di comando in via San Faustino a Brescia. Uno dopo l’altro, con i sacchi che raccoglievano le loro poche cose, hanno lasciato il braccio meccanico a 35 metri d’altezza. Ad attenderli a terra hanno trovato i sostenitori della loro protesta, centinaia, che li hanno accolti con applausi e con slogan: "Giustizia, siamo tutti sulla gru" o ancora "lotta dura senza paura".

 

Nello scendere i quattro hanno fatto diverse pause lungo la struttura di metallo, e hanno salutato tutti quelli che li aspettavano in piazza, tenuti però a distanza dalle transenne presidiate dalle forze dell’ordine. Non si conoscono, ancora bene, i motivi dell’interruzione di questa singolare e clamorosa protesta, anche se fondamentale sembra essere stata l’ultima mediazione messa in campo dalla diocesi insieme con i rappresentanti di Cgil e Cisl. Ora i quattro sono stati presi in consegna dai loro avvocati, che dovrebbero accompagnarli in questura per l’identificazione.

 

La singolare protesta era iniziata domenica 30 ottobre e sotto la gru si erano formati immediatamente gruppi di sostegno. Gli immigrati, poi, avevano anche rivolto un appello al Presidente della Repubblica: «Ti preghiamo, ascolta le nostre richieste, guarda alla truffa che è stata fatta, controlla l’ingiustizia legale contro di noi. Sei l’unica speranza in cui confidiamo, perché sei l’unico che tutti ascoltano e rispettano. Ci hanno ingannato e non è giusto. Tu sei una persona giusta. Ascoltaci». I quattro protestavano contro le restrizioni della sanatoria per gli stranieri irregolari, e si erano detti disposti a restare in cima finché non sarebbero state accolte alcune richieste specifiche: un incontro con Maroni e l’immunità dalle denunce per chi era abbarbicato sulla gru.

 

Momenti di tensione si sono verificati all’arrivo di due mezzi dei vigili del fuoco chiamati a verificare l’altezza per collocare la rete di protezione a tutela dei manifestanti. Le persone che solidarizzavano con i manifestanti hanno inizialmente impedito il passaggio e l’intervento della polizia per sgomberare i sostenitori è culminato in scontri e cariche. I disordini si sono scatenati al termine di una manifestazione fino a quel momento pacifica, con centinaia di persone che volevano dimostrare solidarietà agli immigrati e al contempo protestare per un raduno di Forza Nuova, in realtà mai avvenuto.

 

Secondo la questura, il gruppo più rissoso, si trovava dietro al corteo e giunto nelle vicinanze della gru, dopo aver indossato caschi da motociclista,  ha cominciato a lanciare fumogeni, petardi, una bomba carta, e poi pietre, bottiglie e altro contro poliziotti e carabinieri. Quindi realtà estranee, apparentemente al reale motivo del corteo. Accertamenti sono ancora in corso

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