Galantino e la “famiglia tradizionale”

Un’intervista televisiva al segretario della Cei viene strumentalizzata per riproporre il solito conflitto tra “laici” e “clericali”. Le unioni civili vengono usate per distogliere il dibattito dal disinteresse verso gli ultimi e le persone in difficoltà, evidente nella legge di stabilità
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Grazie al web si possono risentire i 30 minuti di domande e risposte tra il vescovo Nunzio Galantino e la giornalista Lucia Annunziata, ex presidente della Rai, trasmessi il 18 ottobre durante la trasmissione della rubrica “In ½ ora” di Raitre. Il segretario della Cei non usa mai il termine “tradizionale” ma fa riferimento alla famiglia intesa secondo la Costituzione che riconosce una “società naturale” anteriore allo Stato. Un discorso libero e laico di cittadinanza, ma i titoli dei media, abituati alle scorciatoie, cosa fanno? Seguono il copione consolatorio delle patetiche manovre di prelati intenti a premere sulla lobby trasversale dei cattolici eletti in Parlamento in nome della “famiglia tradizionale”, contro la proposta di legge Cirinnà sulle unioni civili.

Teniamo presente che l’annuncio dell’ennesima versione della normativa che prevede, come è noto, la disciplina delle unioni anche tra persone dello stesso sesso, è arrivata, con tempismo perfetto, all’indomani della presentazione delle anticipazioni sulla legge di stabilità, quando si dovrebbe,invece, parlare dellerisibili misure messe in campo per combattere la povertà, come l’abolizione delle tasse sulla prima casa che include anche i ricchi come evidenziato dall’economista Benedetto Gui su cittanuova.it, o la questione controversa delle ventimila nuove sale slot.

L’effetto di distrazione, per il teleutente medio, è quindi assicurato soprattutto se la ministro Boschi inizia a dosare le dichiarazioni con ricerche di nuove alleanze, rinvii per alcuni mesi della discussione sulla proposta Cirinnà e la decisione di lasciare libertà di coscienza nell'espressione del voto .

Dobbiamo, davvero, sbranarci su questioni che esigono, invece, un dialogo aperto e rispettoso, attento ai più deboli, e in particolare ai bambini?  L’incapacità di avviare un serio confronto a partire dal bene comune è uno dei volti più eloquenti di una democrazia in crisi.  

Nell’intervista, Galantino ha disegnato una prospettiva completamente diversa. Ha affermato che ogni riferimento al papa come leader politico, evocata tra l’altro da molti orfani della sinistra, mette in evidenza la mancanza di persone autorevoli nell’ambito politico, capaci di rispondere a tutti gli attentati alla dignità e alla sacralità della vita umana nella sua integrità, senza contrapporre un diritto all'altro e senza agitare scontri alimentati più dalla paura che da argomentazioni ragionevoli.

La realtà, invece, ci mostra un tessuto sociale molto più ricco della sua rappresentazione mediatica. Si tratta di dargli uno spazio adeguato.  

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