Fiorella Mannoia: cantare il femminile

Il nuovo album della cantante romana si intitola “Combattente”: un altro tassello importante per un caso quasi unico della nostra scena musicale
Mannoia

Ci sono tre modi di galleggiare nel mare magnum del Made in Italy canoro; in particolar modo se si è una donna. C’è il format cantautorale, in quell’ampio spettro che va dal tradizionalismo alla Michielin ai minimalismi alla Donà, fino al modernismi in stile Elisa. C’è l’approccio da interprete tout-court e qui, da Mina alla Pausini, la gamma è ovviamente molto più ampia. Infine, c’è quello di Fiorella, che appare un po’ la somma dell’uno e dell’altro.

 

Perché la carriera della Mannoia, costruita in quasi cinquant’anni di imprese (anche se a guardarla non si direbbe proprio), s’è dipanata seguendo un percorso tutto suo e supportato  da una dote assai rara e preziosa: far sembrare assolutamente proprie composizioni altrui.

 

Un album come Combattente – undici nuove canzoni a suggellare il suo diciannovesimo disco in studio – dimostra una volta di più quanto sia vero tutto ciò. Fin dal primo ascolto infatti sprigiona contenuti, atmosfere ed andamenti indubbiamente cantautorali, da Fossati al femminile se si volesse appiccicarle per forza una qualche parentela stilistica. E tuttavia, anche se i firmatari presenti sono quasi tutti maschi (compreso lo stesso Ivano che ha scritto per lei la musica dell’ultimo brano), tutto, a cominciare dalle tematiche affrontate, pare avvolto da un’aura e da un approccio assolutamente femminili.

 

A prescindere dalla qualità  comunque notevole del lavoro, Fiorella dà al materiale che propone una credibilità, un’intensità, e uno spessore che in genere solo chi canta le proprie canzoni è in grado di offrire; e questo piccolo prodigio accade proprio perché tutto ciò che offre sembra sgorgarle dall’anima, e non dalla penna di un altro autore. Ma perché questo si concretizzi, è necessario poter godere d’un privilegio che si conquista solo col tempo, l’onestà intellettuale, e la fatica: innanzi tutto poter contare su una ressa d’autori di vaglia regolarmente disposti a sacrificare un po’ del proprio sentire per entrare nel suo; e poi aver classe e talento bastante per far proprie ed indossare le nuove canzoni come se le si fosse confezionate da sé. Una questione di credibilità che risplende ancor più nelle sue performance dal vivo.

 

Combattente mette in vetrina problematiche importanti: la condizione femminile, il rapporto con l’amatissima madre recentemente scomparsa, sintesi esistenziali che rivelano, insieme, una donna in pace con se stessa e ancora vogliosa di lottare per i propri valori, di mettersi in gioco, di guardare al futuro senza rimpianti. Nel brano omonimo che è anche il singolo guida canta: “Il tempo ha cucito qualche ferita / E forse tolto anche ai miei muscoli un po’ di elasticità / Ma non sottovalutare la mia voglia di lottare perché è rimasta uguale / Non sottovalutare di me niente / Sono comunque sempre una combattente”. Ecco, basterebbero queste rime a certificare quanto affermato nel paragrafo precedente.

 

Certo, qualcuno potrebbe obbiettare che il suo modo di combattere sia un po’ troppo algido e compassato, con troppo poco sangue e sudore per apparire credibile. Ma non credo sia così: perché quella di Fiorella non è una mai stata una guerra di trincea, ma piuttosto l’ostinato battagliare di una donna del nostro tempo per affermare se stessa e i propri princìpi, preferendo la forza delle idee a quella degli strepiti.  

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