Fantasia e realtà

Fantasia e realtà

«Mi interesserebbe sapere da quale età i bambini sono in grado di distinguere tra fantasia e realtà nei programmi televisivi».

Marta

 

Il concetto di “realtà televisiva” è molto complesso: quando i bambini sono in grado di stabilire che le persone e gli eventi presentati in televisione si trovano al di là dello schermo? Gli studi si focalizzano sulle risposte dei bambini alle seguenti domande: le persone, i luoghi e gli eventi che appaiono in tv sono simili a quelli che conosci nel mondo reale? Sono credibili? È probabile che gli eventi dei programmi di fiction si verifichino realmente? E via dicendo.

Le ricerche ci dicono che nella maggior parte dei casi i bambini non vengono abituati sistematicamente a sviluppare queste distinzioni, ma le fanno spontaneamente grazie all’esperienza. La percezione della tv come “finestra magica” viene sostituita dalla crescente differenziazione tra realtà televisiva e realtà quotidiana in cui vivono. L’età di otto anni è stata identificata dai ricercatori come un importante punto di svolta nello sviluppo di questa comprensione.

Gli studi indicano che i bambini sviluppano gradualmente la capacità di fare distinzioni tra realtà e fantasia in base a vari criteri come la comprensione che il mondo televisivo è il prodotto di una costruzione e tutti i contenuti televisivi, compresi i notiziari e i documentari, ne fanno parte; la diversa percezione di persona o di evento del mondo reale rispetto a quello televisivo; la possibilità concreta che gli eventi della tv accadano nella realtà e in che probabilità. Per esempio, come è possibile che una famiglia viva tutti gli eventi che capitano a una famiglia televisiva, quando l’esperienza quotidiana dice che è molto improbabile. E, per concludere, le caratteristiche formali del programma televisivo. Per esempio, i piccoli telespettatori più “anziani” si rendono conto che una serie di immagini di una scena di guerra, seguite dall’inquadratura di un adulto che parla in uno studio televisivo, indica un notiziario “reale”, mentre una scena animata e colorata di animali che parlano con voce infantile è irreale.

Tuttavia, man mano che la loro conoscenza del mondo si espande, comprendono che una serie di cartoni animati potrebbe essere più realistica nel contenuto di molti programmi che utilizzano attori “veri”. Non c’è dunque da meravigliarsi se, arrivati a dodici anni, proprio come gli adulti, molti bambini intervistati dai ricercatori rispondono: «Che cosa intendi per “reale”?», o «Reale in che senso?».

Ancora una volta quindi possiamo intuire il ruolo fondamentale degli adulti nell’accompagnare e sostenere, con una presenza attenta e serena, i bambini in questi complessi processi di distinzione tra mondo reale e mondo televisivo. 

spaziofamiglia@cittanuova.it

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