Evangelizzazione

La parola scelta oggi per raccontare il sinodo interrroga sul modo in cui comunicare la buona notizia
Bibbia su i-phone

È dare una buona notizia.La notizia più bella mai data è stata una persona in carne e ossa fra noi. Uno che si chiamava Emmanuele: Dio con noi. Non ha scritto libri, semplicemente ha vissuto. I libri muoiono nelle biblioteche, Lui era ed è vivo.
È stato vicino agli uomini e alle donne, non aveva vesti diverse dagli altri, ha lavorato. A un certo punto ha anche parlato, per poco tempo,  l’hanno fatto tacere subito.

Affascinava, perché non imponeva norme repressive, anzi liberava gli schiavi dalla legge. Rialzava la loro fronte, ridava loro la dignità, perché fratelli suoi e figli di suo Padre.

Cominciando dagli ultimi, destinatari privilegiati della buona notizia, diventati a loro volta annunciatori, gridando la loro liberazione. Agli amici ha detto ruvidamente che per essere del suo giro dovevano farsi schiavi di tutti, dare la vita come lui. Non è che l’abbiano capito molto.
E chi lo capisce adesso? Forse per questo l’evangelizzazione non sempre è “buona” notizia.

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