Eleonora e Giovanna: un colloquio con Dio lungo 160 chilometri

Il pellegrinaggio della provvidenza, senza soldi e con i cellulari spenti, per sperimentare cosa significa affidarsi completamente al Signore. Mai dormono all’aperto, mai saltano un pasto. Si commuovono di fronte all’esaudirsi dei desideri anche più piccoli, come un gelato
in due

Due inconfondibili e ordinarie giovani di oggi. Eleonora, laureata in Relazioni Internazionali con all’attivo un master in Politiche Europee, Giovanna, studentessa al quinto anno di Psicologia a Roma. Unite dalla fede cristiana e dall’appartenenza alla stessa fraternità di giovani francescani dedicano insieme una settimana della loro estate a Dio, misurandosi in un’originale esperienza: un “pellegrinaggio in provvidenza”.

Noto a chi frequenta gli ambienti francescani (e non solo perché è anche una tappa del noviziato dei Gesuiti), il pellegrinaggio in provvidenza è più che altro una tappa di un itinerario spirituale in cui si fa l’esperienza dell’affidarsi completamente al Signore. Si parte senza soldi, con i cellulari spenti, con in mano l’itinerario prescelto e sulle spalle lo zaino contenente il minimo indispensabile per il viaggio.

Ascolto il vivace racconto di questo cammino dalla voce stessa di Giovanna e Eleonora, che traboccanti di vita sono ansiose di condividere quest’esperienza con altri amici. Mi trovo tra loro quasi per caso, invitata da mia sorella. Il loro cammino inizia da Monteluco di Spoleto, luogo visitato dallo stesso Francesco, e si prefissa come meta la tomba di Pietro, a Roma. Spenti i cellulari e svuotati i portafogli, presa la benedizione dai loro padri spirituali partono sulla strada della fede.

Innumerevoli i fatti della provvidenza che si succedono lungo il loro cammino. Mai dormono all’aperto, mai saltano un pasto. “Il Signore non ci ha mai fatto mancare niente”. Si commuovono di fronte all'esaudirsi dei desideri anche più piccoli e quasi inutili. Sperimentano ad ogni passo l’amore di Dio. Tanti gli “strumenti” della Provvidenza che il Signore mette sulla strada. A ciascuno in cambio regalano una frase della Scrittura, “è tutto ciò che possediamo” dicono.

Molti anche gli insegnamenti di vita. Lungo il cammino le orecchie si affinano e scoprono innumerevoli modi attraverso cui Dio parla, un bastone trovato sulla strada, un cartellone pubblicitario, un albero di mele. Il cuore si dilata per far spazio alle storie che le persone incontrate raccontano: sperimentano l’accoglienza e si scoprono capaci di accogliere. Eleonora e Giovanna annotano sulle pagine di un quaderno i nomi di quelli che incontrano e a ciascuno fanno la promessa di portarli sulla tomba di Pietro.

Non mancano le difficoltà. Tante per pochi giorni di cammino. Ma sembra quasi che non se ne accorgano. Trovano porte chiuse lì dove si sarebbero aspettate che fossero spalancate, ma l’unico commento è: “abbiamo sperimentato la perfetta letizia di Francesco”. La fatica del camminare è come non ci fosse. Dalle loro parole non affiora. Le esperienze di provvidenza appena mossi i primi passi le convincono per sempre. Sono anime “completamente affidate”.

Stella del loro viaggio è indubbiamente la scrittura. Si ritrovano a vivere sulla loro pelle tante parole del Vangelo che rimangono ancora oggi scritte nei loro cuori. Anche nel momento di paura estrema il Signore le sorprende con la Parola: “Cosa vuoi che faccia?”. Non esitano a chiedere: “Signore, che arrivi qualcuno”, ed ecco tre uomini a cavallo appaiono sul sentiero principale e le aiutano a superare la difficoltà.

Compagna di viaggio straordinaria è Maria. Pregare Maria è quasi una scoperta per loro, ma poi non se ne stancano più. “Non riuscivamo mai a finire un rosario prima che ci fosse un intervento della provvidenza”.

La loro presenza sulla strada è annuncio. Tanti le fermano con una frase che le accompagna di paese in paese: “Con questi sacchi dove ve ne andate?”. L’accento naturalmente è diverso a seconda della regione attraversata. Per loro era l’occasione di dire la loro esperienza, e tante volte si sono sentite rispondere: “voi davvero ci credete”. Tanti sono semplicemente colpiti dal loro sorriso. Tante piccole cose che sorprendono e le riempiono di gioia.

A sentire il loro racconto, questo cammino sembra proprio un ininterrotto colloquio col Signore. Lui chiede e loro danno. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Loro chiedono e Lui dà. Chiedete e vi sarà dato.

Un episodio per tutti. Dopo diversi chilometri, stanche e sfinite, hanno male ai piedi. Chiedono al Signore che arrivi qualcuno che gli dia un passaggio in macchina. Una di loro sospira: “come mi andrebbe un gelato”. E l'altra: “beh, prima il passaggio, poi il gelato”. Arriva una macchina targata GB, e subito una pensa: “Gesù Bambino” – anche se in realtà era Gran Bretagna!

La macchina si ferma e dà loro un passaggio. Salgono e, durante il percorso, la signora al volante esclama: “vi accompagno, ma prima voglio offrirvi un gelato”. Le lacrime riempono i loro occhi. L'amore di Dio sorprende e commuove. E così per 160 chilometri. I primi di una vita che per Eleonora e Giovanna non sarà più uguale a prima.

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