Due facce della medaglia

Messaggi contrastanti dal weekend sportivo. Positivo quello della nazionale italiana di ciclismo femminile, molto meno quello di alcune squadre durante i mondiali di pallavolo maschili.
Giorgia Bronzini

Uniti si vince – Una gara meno selettiva di quanto era lecito attendersi. Poi, verso la fine, una fuga a due. La britannica Cooke e la tedesca Arndt si involano verso il traguardo ma, a soli duecento metri dall’arrivo, vengono raggiunte dal gruppo. In testa c’è l’olandese Marianne Vos, l’atleta da battere, che passa di forza le fuggitive e si lancia verso la vittoria. Alla sinistra della favorita sbuca però una maglia azzurra, quella di Giorgia Bronzini. La ventisettenne atleta piacentina affianca la temibile rivale e con una progressione irresistibile la supera andando a vincere il campionato del mondo nella prova di ciclismo su strada femminile.

 

Per la nazionale italiana si tratta del terzo successo iridato degli ultimi quattro anni. E, come nel recente passato, se alla fine una sola si può fregiare del titolo, è tutta la squadra a gioire e a risultare determinante. Giorgia sa bene, infatti, che questa vittoria non è solo sua. Va divisa con il proprio commissario tecnico, quell’Edoardo Salvoldi che negli ultimi anni ha puntato tutto sulla costruzione del “gruppo”, persuadendo le sue atlete che le individualità sono importanti, certo, ma la squadra lo è ancora di più. Va divisa con le proprie compagne, prime fra tutte con Tatiana Guderzo e Noemi Cantele, ovvero le ragazze indicate alla vigilia come le nostre “punte di diamante” che, dopo aver provato a giocarsi le proprie carte, alla fine hanno lealmente aiutato Giorgia, più dotata in un arrivo allo sprint, preservandole energie risultate decisive e tirandole la volata. Permettendole così di passare da gregaria designata a … regina.

 

E va divisa anche con chi, per diversi motivi, non poteva essere lì con lei a condividere la gioia di questo importante successo. Come Franco Ballerini, il commissario tecnico della nazionale maschile prematuramente scomparso in un incidente avvenuto durante una gara di rally, e Marina Romoli, una sua compagna vittima alcuni mesi fa di un terribile incidente stradale in allenamento che sta cercando ora di tornare a camminare. Giorgia, appena superato l’arrivo, ha disegnato con le mani un cuore per una duplice dedica dal sapore speciale.

 

Un brutto spettacolo – Di segno diametralmente opposto quanto accaduto in alcune delle ultime partite disputate ai mondiali di pallavolo maschili. La soddisfazione dei tifosi italiani per il passaggio del turno della nostra nazionale, ha fatto da contraltare all’amarezza per alcune partite “farsa” dove le squadre in campo hanno giocato per … perdere!

 

Venerdì è accaduto che la Russia, una delle formazioni favorite per la vittoria finale, in vantaggio 2 set a 0 nella partita contro la Spagna, abbia tolto dal campo quasi tutti i titolari. Normali cambi per far tirare un po’ il fiato ai giocatori migliori? Giusto, se non fosse che, dopo, non si è fatto nulla per cercare di “arginare” il recupero della formazione iberica. Punteggio finale 3-2 per gli spagnoli e successivo girone di “ferro” evitato! <<Non chiedete a me se i russi non abbiano voluto vincere apposta>>, il commento di un imbarazzato Julio Velasco, ct spagnolo, un uomo che ha messo l’etica sportiva alla base dei numerosi successi di una carriera fantastica.

 

Sabato si è visto addirittura di peggio. Tra Brasile e Bulgaria è stata una vera e propria gara a perdere: squadre imbottite di riserve, battute sbagliate senza forzare, opposti che facevano i palleggiatori. Il pubblico, incredulo, ha contestato sonoramente i giocatori in campo. In questa partita al contrario, i più “forti” sono stati i pallavolisti verdeoro che sono stati sconfitti per 3 set a 0 e che adesso, per l’accesso alle semifinali, eviteranno avversari scomodi come potevano essere Cuba e Spagna. Che la formula del torneo non fosse delle più azzeccate lo si era sospettato sin dall’inizio. Ma, pur con tutte le attenuanti del caso, questo non giustifica ciò che si è visto in campo. Il messaggio che ci si attendeva da giocatori che rappresentano in questo momento l’elite del volley mondiale era di tutt’altro tenore: peccato!

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