Dieci anni per un’Europa fraterna

I responsabili dei Movimenti e Comunità di "Insieme per l'Europa" hanno celebrato nella preghiera il decimo anniversario di questo cammino.
Insieme per l'Europa

Il 31 ottobre 1999, ad Augsburg, in Baviera, venne firmata dalla Chiesa cattolica e dalla Federazione luterana mondiale la Dichiarazione sulla giustificazione. Un grande passo in avanti nell’ecumenismo.

 

Quella stessa sera, nella vicina Ottmaring, cittadella ecumenica dei Focolari, ebbe inizio un originalissimo cammino di comunione tra movimenti e comunità di diverse Chiese, allo scopo di offrire una nuova energia spirituale e un progetto concreto ad un Europa in evidente difficoltà di motivazioni e coesione. L’iniziativa partì da alcune grandi personalità del mondo cristiano europeo, tra le quali Chiara Lubich e Helmuth Nicklas, ora deceduti, e Andrea Riccardi.

 

In quell’occasione i rappresentanti di 15 movimenti e comunità evangelici si trovarono coi Focolari e con Sant’Egidio per capire se la comunione esistente tra i movimenti cattolici e quella di ben più antica data in atto tra i gruppi evangelici poteva acquistare un orizzonte comune. La risposta fu affermativa. Da quel giorno cominciò un cammino comune fatto innanzitutto di conoscenza reciproca, di riflessione e preghiera per dare un contributo non solo all’ecumenismo, ma anche alla società civile e alla politica del Vecchio continente. Il nome che si diedero definisce anche il loro progetto: “Insieme per l’Europa”.

 

Dopo vari incontri in Italia e Germania, si arrivò ai due grandi appuntamenti di Stoccarda – ogni volta circa 9 mila presenti –, che videro anche la partecipazione di autorevoli esponenti del mondo ecclesiale (tra tutti ricordiamo il card. Kasper e il vescovo Friedrich) e politico (personalità del calibro di Romano Prodi e Jacques Barrot). Questi due appuntamenti hanno dato un’immagine fresca, attiva e profonda della comunità cristiana presente in Europa, fuori dagli stereotipi un po’ tristi delle riunioni per gli addetti ai lavori, sia in campo ecumenico che politico.

 

Tre ci sembrano oggi, tra le altre, le note più innovative del cammino di “Insieme per l’Europa”: in primo luogo l’ecumenismo vissuto da “Insieme per l’Europa” è una esperienza di gioia e condivisione, possibile oggi, delle diversità – non solo ecumeniche, ma anche politiche, etniche e culturali –, più che una triste costatazione delle fratture apparentemente incurabili; in secondo luogo questo convenire di movimenti e comunità ha un carattere “laico”; in terzo luogo la comunità cristiana con “Insieme per l’Europa” riafferma la valenza non solo ecclesiale ma anche civile e politica del proprio impegno. A vent’anni dalla caduta del muro di Berlino, “Insieme per l’Europa” fa sperare.

 

A Santa Maria in Trastevere, a Roma, la sera dell’11 novembre – in margine al loro incontro periodico di bilancio e di programmazione –, i responsabili dei movimenti e comunità di “Insieme per l’Europa” hanno festeggiato nella profondità e nell’umiltà di un momento di preghiera i loro primi dieci anni, che hanno preso il via «sotto il segno dello Spirito Santo, che continua a ispirarci», come ha detto Gerard Pross, uno tra i responsabili tedeschi dell’iniziativa. Ha aggiunto Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio: «La testimonianza cristiana è sempre espressione di una comunità. “Insieme per l’Europa” va in questa chiara direzione». E Maria Voce, presidente dei Focolari: «Le cose di Dio nascono spesso inosservate e nel silenzio. Oggi però i responsabili delle Chiese vedono nel nostro agire comune un segno di speranza. Noi sperimentiamo la presenza spirituale di Gesù fra noi e la vogliamo testimoniare. Questo potrà essere un segno di speranza anche per il mondo».

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