Damasco – Sabato santo

Dalla Madonna di Sufanieh.
Madonna - Damasco

Dietro Bab Touma ecco un luogo che tanta gente considera solo commerciale, ma che per tanti altri – tra cui vescovi, nunzi e persino cardinali – è invece la casa da cui la Vergine indirizza oggi un messaggio di pace e coraggio ai cristiani della regione. Qui si esprimerebbe in effetti la Vergine dell’olio. Olio di oliva, per essere precisi.

 

La casa è quanto di più normale e modesto si possa immaginare. Il cortile ricoperto da un lucernario ospita l’icona della Madonna che trasuda olio. Dimensioni: otto centimetri su sei. Inserita in una sfera di plexiglass, con alla base una coppa per raccogliere il liquido – ne stilla più o meno un centilitro alla settimana –, la riproduzione della Vergine di Kazan è ogni giorno oggetto della devozione di centinaia di persone, talvolta migliaia. È lì dal 1982, cioè da 23 anni, il che non è poco per una donna come Myrna Nazzour che non coltivava particolari vene mistiche. Un avviso in più lingue dice che non sono accettate offerte.

 

Nel cortile incontro la donna che mi viene incontro assieme al marito, vestita di nero. Ha profonde occhiaie. Torna da una visita medica, negli ultimi giorni non si è sentita bene. Chi è Maria? «È la mamma, è tutto per me. Mi ha mandato vari messaggi, non uno solo: amare, perdonare, pregare, pentirsi. Dopo le prime apparizioni, dei sacerdoti mi avevano consigliato di ritirarmi in convento, ma la Madonna mi ha invece detto: “Resta con tuo marito, ti farò io un regalo”. Quattro anni più tardi è nata la mia prima figlia, io che ormai credevo di essere sterile».

 

Com’era la sua fede in precedenza? «C’era, ma era superficiale, come quella di tanti, forse di quasi tutti. Dal momento delle apparizioni, ho così cominciato a dire alla gente che credere non basta, bisogna far seguire gli atti alla fede. Ora so che Dio mi ha svelato quello di cui avevo bisogno, e quindi voglio solo che sia fatta la sua volontà».

Gesù? «La mia vita è cambiata, è tutta indirizzata a lui. Ogni persona è chiamata da lui, dal suo amore». Gesù e Maria? «Non ho mai riflettuto sul loro rapporto. Per me sono un tutt’uno; medito sempre, ogni giorno sulla loro vita. Non li ho mai separati». Le apparizioni portano dolore o gioia? «Nel momento delle apparizioni e delle estasi la gioia è tanta, e anche in seguito. Soffro solo quando ricevo le stigmate, cioè nei giorni della Pasqua comune e nel giovedì santo. Il messaggio dell’unità dei cristiani è forte, e così quello di riuscire a mettersi d’accordo tra Oriente e Occidente per celebrare la Pasqua tutti assieme».

 

Chi viene in pellegrinaggio? «Tanta gente, cristiani e musulmani. La Signora nella prima apparizione mi aveva detto di “aprire le porte”, di non respingere nessuno». Com’è cominciato il fenomeno? «Il 22 novembre del 1982 le mie mani hanno cominciato a sudare olio. Una settimana dopo anche la piccola icona ha iniziato a stillarlo. La prima apparizione, invece, è avvenuta il 15 dicembre di quell’anno. Sono fuggita, avevo paura, non volevo guardarla». Ha subito raccontato la cosa a qualcuno? «Sì, a mio marito e poi a un prete. Nei giorni seguenti, quindi, sono stata seguita e controllata da tanta gente. La seconda apparizione è avvenuta il 18 di quel mese, qui di sopra, ma solo io l’ho vista. Mi ha detto: “Ricordate, il Signore è sempre con voi”. Ho poi avuto cinque altre apparizioni, l’ultima delle quali data al 24 marzo del 1983. Ho però avuto in seguito delle estasi, finora ne ho contate 36, dal 1984 al 2004». Nostalgia delle apparizioni? «Molta, ma il messaggio che la Signora mi ha dato è la cosa più importante. Non conta vedere la Madonna, ma fare quello che lei vuole». Quale l’ultimo messaggio? «Non lasciatevi prendere dalla paura: custodite le vostre tradizioni orientali e la preghiera per la pace». Perché l’olio? «Non lo so. È un simbolo di vita, luce e pace».

 

Com’è la sua famiglia? «Semplice, normalissima. Mio marito lavora come impiegato, e i miei figli vanno a scuola. Io lavoro in casa, e m’intrattengo con la gente che viene a visitare la Madonna. Sono spesso invitata a dare la mia testimonianza in giro per i paesi del Medio Oriente e anche in Europa. Ma sottopongo sempre le richieste al mio vescovo». Suo marito è sempre stato favorevole alla divulgazione del segreto delle apparizioni? «Prima delle apparizioni non andava nemmeno in chiesa. Per otto anni ha lavorato in Germania, e aveva dei princìpi di vita influenzati dal comunismo. Al momento delle prime apparizioni è stato colpito da una forte crisi interiore e ha ritrovato la fede. La gente non voleva credere ai suoi occhi nel vederlo inginocchiato dinanzi alla Madonna!». Come considerano il suo caso nella Chiesa? «Il nunzio in Siria di allora, mons. Luigi Accoli, mi ha sempre sostenuta e ha addirittura aperto a Roma un centro dedicato proprio alla nostra Madonnina. Ma è morto, e non so che cosa pensino a Roma adesso». Ha incontrato il Papa qui in Siria? «Ho partecipato alla sua messa, ho cercato pure, dietro la forte spinta del nunzio, di farmi riprendere in foto con lui. Ma per me non ha importanza tutto ciò: voglio solo fare la Volontà di Dio». 

 

(Estratti dal libro di Michele Zanzucchi: Cristiani nelle Terre del Corano, Città nuova 2007)

 

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