Cuneo terra di contaminazione culturale

Continua su cittanuova.it il viaggio nella provincia Granda, iniziato sulle pagine dell'ultimo numero del nostro quindicinale. Il fermento culturale e artistico è la cifra di questo territorio di confine
Piazza Galimberti a Cuneo

Dire Cuneo sembra un po’ dire ai confini dell’impero. Ma da sempre la provincia Granda è provincia di confine e dunque di passaggio e di contaminazione, di fermento culturale e artistico. La musica ne è un esempio.

A Cuneo, infatti, è attivo da vent'anni il Nuvolari Libera Tribù, un’area spettacoli estiva, allestita lungo il fiume, che ospita da sempre per tre mesi all’anno tutto il meglio della musica italiana, non solo del momento. L’underground, gruppi non da stadio, sperimentazioni e novità passano necessariamente dal Nuvolari, una piazza conosciuta in tutta Italia, che funziona con pochi finanziamenti pubblici, tanta capacità imprenditoriale e soprattutto tanto pubblico.

E dal Nuvolari sono passati tre nomi tutti cuneesi che hanno conquistato la musica italiana ed europea: Gianmaria Testa, Marlene Kuntz e Lou Dalfin. Tre nomi che appartengono a tre generi musicali molto diffirenti.

Gianmaria Testa, 54 anni, cuneese che oggi vive nelle Langhe, è stato per anni conosciuto come il cantautore ferroviere, dato il suo lavoro. Oggi ha lasciato il suo lavoro perché gira mezzo mondo per cantare le sue canzoni sospese tra teatro e poesia pura. E da buon cuneese non è stato profeta in patria; c’è voluta la vicina Francia a farlo scoprire al grande pubblico. Dal primo premio al Festival di Recanati nel 1993 ad oggi sono passati otto dischi, più di duemila concerti in Francia, Italia, Germania, Austria, Belgio, Canada, Stati Uniti, Portagallo, quattro serate tutte esaurite all’Olympia di Parigi, il tempio della musica, e ancora spettacoli teatrali con il fior fiore dei musicisti internazionali, da Paolo Fresu a Gabriele Mirabassi, da Stefano Bollani a Enrico Rava, e con Erri De Luca e Marco Paolini.

Dal Nuvolari si sono mossi e sono nati anche i Marlene Kuntz, per anni band di culto, oggi una realtà intensa del rock italiano, riconosciuta un po' da tutti, come confermano anche i successi di vendite dei loro ultimi lavori. Ma Cristiano Godano e soci, che a Cuneo li vedi passeggiare sotto i portici, portare i bambini in piscina o al campo di calcio, non hanno rinunciato alla loro natura musicale, quella di coniugare il noise-rock degli esordi con una forma canzone più accessibile al grande pubblico. Sulla scia dei Csi e degli Afterhours i Marlene si sono dimostrati capaci di incarnare le ansie e le sofferenze della nuova generazione.

Infine i Lou Dalfin sono proprio l’emblema di Cuneo e delle vallate, della cultura occitana non solo piemontese, ma che sconfina in Francia e nella Cataluna. Nato nel 1982, il gruppo di Sergio Berardo ha siglato il suo successo internazionale, fuori dai circuiti della musica folk, mettendo insieme una "line-up" acustica (ghironda, fisarmoniche, violino, plettri, clarinetto, flauti) con nuovi arrangiamenti e l'introduzione di basso, batteria, chitarra e tastiere.

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