Cristiani o mummie da museo? (Evangelii Gaudium 76-86)

Le dichiarazioni di papa Francesco vogliono svegliare gli operatori pastorali, il clero e i laici, dalle tentazioni che li insidiano
Piazza san Pietro udienza generale di papa Francesco

*76-86 – Le tentazioni della pastorale

«Non lasciatevi rubare l’entusiasmo missionario!». «Non lasciatevi rubare la gioia dell’evangelizzazione!». «Non lasciatevi rubare la speranza!». Queste tre grida di Francesco vogliono svegliare gli operatori pastorali, clero e laici, dalle tentazioni che li insidiano. Una vita spirituale che non alimenta l’incontro con gli altri, l’impegno nel mondo, la passione per l’evangelizzazione («sebbene [queste persone] preghino», sottolinea con acutezza il papa). «Attività vissute male, senza le motivazioni adeguate, senza una spiritualità che permei l’azione e la renda desiderabile». Di conseguenza, «una psicologia della tomba, che a poco a poco trasforma cristiani in mummie da museo». Questa affermazione rievoca il folle di Nietzsche che fa irruzione in diverse chiese, ne è cacciato fuori e commenta: «Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di Dio?». Ancora Francesco denuncia «un relativismo pratico, ancora più pericoloso di quello dottrinale».

Qui mi pare che siamo al cuore delle “tentazioni” e al cuore del metodo teologico-pastorale evangelico del papa: partire dalla realtà per risalire alla teoria. Infatti egli commenta che tale relativismo «consiste nell’agire come se Dio non esistesse, decidere come se i poveri non esistessero, sognare come se gli altri non esistessero, lavorare come se quanti non hanno ricevuto l’annuncio non esistessero». La risposta sta nelle tre grida e nell’invito a fare della croce un vessillo, che si porta con «tenerezza combattiva». È la fotografia di Francesco e dovrebbe diventare anche la nostra.

Costanzo Donegana
sacerdote del Pime, giornalista

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