Alto Adige, cordoglio dopo la strage stradale

Il gravissimo incidente a Lutago, in provincia di Bolzano, ha coinvolto 17 giovani tedeschi investiti da una macchina guidata da un autista trovato con un tasso alcolemico quattro volte superiore al consentito. Salito a 7 il numero delle persone decedute. Reazioni in Germania e Italia  
Freiwillige Feuerwehr Luttach via AP

Si è ormai sostanzialmente chiarita la dinamica del tragico incidente avvenuto nella notte tra sabato 4 e domenica 5 gennaio a Lutago, in provincia di Bolzano.

Stefan Lechner, operaio altoatesino di 27 anni, ha investito a forte velocità 17 persone appena scese da un bus notturno di ritorno da un locale; sette sono morte – di cui l’ultima tre giorni dopo – e dieci sono rimaste ferite.

L’alcoltest ha rivelato che Lechner si era messo alla guida con un tasso alcolemico quattro volte superiore al consentito: tanto che anch’egli, con un’ulteriore sbandata dopo quella che ha provocato l’investimento, è andato ad impattare contro un muro con la sua auto. Trasportato anch’egli in ospedale, dopo aver capito l’entità della tragedia avrebbe detto di volersi togliere la vita; tanto da rendere opportuno il suo trasferimento nel reparto di psichiatria, dopo avergli prestato le prime cure. Ora si trova in carcere a Bolzano, con l’accusa di omicidio stradale; e rischia fino a 18 anni.

La tragedia ha profondamente scosso sia l’Italia che la Germania, Paese d’origine dei giovani uccisi – parte di una comitiva in vacanza. «Le notizie che giungono dall’Alto Adige sono sconvolgenti. Una serata allegra è finita in una catastrofe», ha affermato la cancelliera tedesca Angela Merkel in un tweet.

«Sono in lutto con coloro che hanno perso figli, fratelli e amici». «Il nuovo anno inizia con una tragedia», ha detto governatore altoatesino Arno Kompatscher; mentre il sindaco del Comune di Valle Aurina Helmut Klammer ha parlato di «tragedia per l’intera valle, siamo ancora senza parole». Anche il console tedesco è giunto da Milano per incontrare i concittadini.

 

L’accaduto ha naturalmente acceso di nuovo il dibattito sul tema dell’alcol alla guida, anche alla luce di incidenti analoghi avvenuti negli stessi giorni in altre parti d’Italia.

 

A poco è servito, infatti, che la comitiva avesse coscienziosamente scelto di servirsi di un bus navetta per il ritorno dalla discoteca – ed evitare quindi di mettersi alla guida dopo aver bevuto alcolici: proprio un loro coetaneo non ha fatto altrettanto. Secondo quanto riferito dal suo legale, il giovane ha affermato di non essersi reso conto di aver bevuto più del consentito: ulteriore conferma, se mai servisse confermare l’ovvio, di come non sia possibile valutare con certezza le proprie condizioni dopo aver assunto alcolici.

 

Un potente richiamo quindi alla necessità di incrementare l’opera educativa e di sensibilizzazione, pur lasciando il giusto spazio al cordoglio di questo momento. Di qui la riflessione del vescovo di Bolzano, monsignor Ivo Muser: «Davanti a una simile tragedia, prima della doverosa riflessione sul piano educativo e della sicurezza stradale, adesso è il momento del cordoglio e della solidarietà. Ci stringiamo alle famiglie e agli amici delle giovani vittime e alle persone rimaste ferite. Esprimiamo a tutti loro la nostra cristiana vicinanza nella preghiera e il nostro sostegno». Mons. Muser ha invitato inoltre a non dimenticare nella preghiera Lechner e la sua famiglia, anch’essi provati da grande sofferenza in queste ore.

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