Come educare conigli, cavie e furetti

Dare delle regole a questi insoliti animali domestici non è semplice come addomesticare i cuccioli di cane, ma per una serena convivenza è importante trasmettere loro delle piccole norme. La prima cosa da fare per avere successo è conoscere l'animale che accogliamo in casa
Furetti

Quando nella nostra casa arriva un gatto o un furetto, un coniglio o una cavia, le cose si fanno più difficili. L’educazione, in questi casi, non è cosa immediata e diretta. Non sempre si può, come per il cane, imporre delle regole. È possibile però ottenere molto anche da questi animali se teniamo conto di alcuni princìpi:

  1. È fondamentale conoscere l’animale con cui si andrà a convivere, le sue abitudini e le sue esigenze
  2. Per questi animali più che agire sul soggetto si lavora sull’ambiente
  3. Molte regole vengono passate mediante il gioco

Ricordiamo che si tratta di animali notturni (gatto e furetto) o crepuscolari (coniglio) che dormono molto di giorno: hanno quindi bisogno di giacigli o tane tranquille dove riposare indisturbati. Le gabbie devono essere confortevoli e di giuste dimensioni. Se possibile è bene avere a disposizione una stanza, messa in sicurezza, in cui poter liberare più volte nella giornata tali animali. Un adeguato arricchimento ambientale evita che l’animale faccia cose non gradite o pericolose soprattutto per sé stessi.

Nel gatto l’autonomia comportamentale è raggiunta già al distacco dalla madre (8-9 settimane) cui seguirà l’attaccamento ad una figura che svolge un ruolo educativo e la nascita del legame di attaccamento al territorio. Il gatto, infatti, a partire dal 4-5 mese provvederà all’organizzazione dell’ambiente in cui vive mediante la deposizione dei feromoni per mezzo delle graffiature e delle marcature urinarie, mentre ogni oggetto ed essere vivente verrà “classificato” mediante le marcature facciali. Questa organizzazione permette al gatto di sentirsi a proprio agio, mentre ogni cambiamento ambientale destabilizzerà e l’organizzazione del territorio e le relazioni sociali.

Per evitare che l’animale danneggi tende, mobili, divani o altro può essere utile inserire graffiatoi in vicinanza dei campi di isolamento (zona scelta per dormire), di caccia (o di alimentazione), di eliminazione (dove fa i bisogni) e nei luoghi di passaggio tra l’interno e l’esterno dell’abitazione. Queste zone, infatti, sono quelle interessate dalle marcature mediante graffiature. Per le marcature urinarie, la castrazione e la sterilizzazione effettuate prima della pubertà (8-10 mesi) o entro 1-2 settimane dalle prime manifestazioni del fenomeno, possono inibirne la comparsa.

La consumazione del pasto avviene in un luogo tranquillo e protetto (campo alimentare), ben distinto dal campo di eliminazione. A differenza del cane, per il gatto il pasto non riveste un’importanza sociale. Al gatto, infatti, il cibo va lasciato nella ciotola per 24 ore in modo da permettergli l’accesso dalle 8 alle 16 volte al giorno/notte (si parla infatti, di animale “sbocconcellatore”). Per quanto riguarda l’eliminazione, il gatto non ha bisogno di essere educato: esso emette istintivamente feci ed urine su un substrato assorbente ove vi sia la possibilità di scavare e ricoprire dopo l’evacuazione.

Il furetto è un animale fortemente sociale che ha bisogno di trascorrere parte della giornata con le persone con cui vive. Fuori della gabbia deve essere sorvegliato a vista perché le nostre case possono essere molto pericolose. In alternativa è possibile sgombrare o occultare tutti i possibili pericoli di una stanza (cavi elettrici, piante, oggetti piccoli facilmente ingoiabili etc.), arricchirla con tunnel, scatole, nascondigli, palline di gomma dura magari ripiene di cibo, pupazzi che simulano prede, e lasciarli liberi di esplorare e giocare, inoltre è importante chiudere bene le possibili vie di fuga.

Anche per il furetto, come per il cane, una voce decisa e ferma con un tono alto ed un’espressione del viso “arrabbiata” possono servire a farsi ubbidire. Mentre, se vogliamo che quest’animale, abituato a cacciare e a mordere, non distrugga oggetti a noi cari, può essere utile distribuirne per la stanza o per la casa altri “aggredibili” ed innocui. La presa a livello del collo (collottola) serve a calmare l’animale e vi si può ricorrere quando il furetto è troppo preso dal gioco mentre voi volete smettere o quando vi morde. Va sempre vietato al furetto di giocare con le vostre mani o i vostri piedi. Con la gratificazione (premi in cibo, carezze e parole dolci) è possibile insegnare al furetto il “vieni”, il “seduto” e il “resta”, nonché l’abitudine a sporcare in lettiera.

Per la cavia invece è difficile una vera e propria educazione: sono animali che se lasciati liberi sporcano depositando le loro deiezioni un po’ ovunque. Inoltre rosicchiano qualunque cosa, bisogna, quindi, fare molta attenzione a piante, quasi sempre per loro velenose, cavi elettrici o sostanze tossiche. Infine, particolare attenzione va posta alle vie di fuga poiché è pressappoco impossibile recuperare una cavia che, spaventata, scappa al di fuori del nostro raggio d’azione.

Per il coniglio riserviamo uno spazio di discussione più ampio sia perché è una specie, tra gli animali non convenzionali, spesso scelta come animale da compagnia sia perché presenta caratteristiche comportamentali spesso difficili da interpretare la cui conoscenza, però, risulta fondamentale per una corretta socializzazione e serena convivenza.

 

(a cura della dott.ssa Letizia D'Avino – Centro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli)

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