Chi sarà il futuro sindaco dei romani?

Il prossimo fine settimana si vota anche nella capitale. Sono 19 i candidati a primo cittadino mentre la campagna elettorale sembra più uno scontro tra agguerrite tifoserie. Tante le proposte messe in campo che suonano più promesse che programmi
Ignazio Marino

Il 26 e 27 maggio, per Roma, saranno 48 ore di fuoco. I cittadini della Capitale saranno chiamati alle urne. Ignazio Marino per il centrosinistra, Gianni Alemanno per il centrodestra, Alfio Marchini che si presenta come indipendente con il Movimento della Cittadinanza Romana e Marcello De Vito per il Movimento 5 Stelle sono i 4 moschettieri, i candidati più quotati alla poltrona di sindaco. Poi ce ne sono altri 15, le cui chance di vittoria sembrano alquanto limitate, ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo.

Nell’attesa della fatidica due giorni, già è spartizione delle tifoserie: lista civica CittadiniXRoma guidata da Pierluigi Fioretti, Movimento Unione Italiano, Movimento Azzurri Italiani e Fratelli d’Italia saranno i supporter di Alemanno; mentre lista civica Marino sindaco, Sinistra Ecologia e Libertà, Centro democratico, Verdi e Partito socialista scenderanno a sostenere Marino e i suoi colori. Alfio Marchini sarà invece supportato anche dalla lista In Rosa di Francesca Longo.

E così: è ufficialmente aperta la bagarre. Marchini spiega apertamente come la sua scelta di scendere in campo sia stata «un’operazione di rottura vera e propria perché il PD ha sacrificato una visione della città per una guerra di correnti interne» e se avessero candidato qualcun altro e non Marino, lui li avrebbe appoggiati, proprio mentre lo stesso Marino attacca Alemanno: «Le voragini per le strade sono l’unica opera che ci lascia in 5 anni».

Alemanno, quindi, ha rilanciato: «Farò progetti senza parlare di colata di cemento», continuando:«in questi anni la sinistra ha presentato 274.908 emendamenti e ordini del giorno e ha bloccato qualcosa come 223 delibere, tra urbanistica e piano regolatore, oltre ad una perdita di circa 60mila posti di lavoro». Inoltre: «nel 2014 arriveremo al 50% della raccolta differenziata», oltre a«far pagare chi ha tradito la fiducia»,riferendosi alla scandalo “Parentopoli”.

Marino, invece, non solo si lancia alla conquista degli elettori, ma anche nell’immenso mondo dei social e del web. Tramite “Quello che fa un sindaco”, un generatore di messaggi on-line, in cui i romani, in pochi caratteri e in tempo reale, possono scrivere su un cartello sorretto da lui stesso quello che, secondo loro, dovrebbe fare il futuro sindaco, per migliorare la città. Messaggi di tutti i tipi sono pervenuti. Seri e meno seri: dall’aria condizionata in metro, passando per l’emergenza casa, fino alla richiesta di nuovi concorsi pubblici, oltre all’apertura alle coppie gay. Per ora, anche se non si è ben capito quali di queste richieste diverranno realtà e sulla base di quali criteri saranno scelte, quel che invece è certo è da una parte il crash del sito e dall’altra i dilaganti sfottò ai suoi cartelloni.

Alfio Marchini è, invece, convinto: «Più metro, per avere meno traffico, soprattutto, nelle zone più periferiche». Inoltre, promette: «Risolverò i problemi dell’emergenza abitativa in sei mesi, e mi son tenuto largo». Nel spiegare il come, sembra volersi legittimare per competenza agli occhi degli elettori (o almeno di un certo tipo): «Sono un ingegnere. Non c’è ripresa economica se l’edilizia non riprende!». Tra le proposte in programma, trasversali ai candidati, le tasse sono prioritarie: niente più compenso per la remunerazione del servizio da versare, come accadeva con Equitalia, all’ente di riscossione tributi che nella Capitale uscirà di scena il primo luglio per lasciare il posto ai dipartimenti preposti di Roma Capitale con il supporto di AequaRoma. Altra novità sono le garanzie di eticità del nuovo ente e il tetto minimo per l’iscrizione di ipoteca e l’espropriazione. Spiega più approfonditamente Alemanno: «Tutte le famiglie e le imprese che non possono pagare e lo dimostrano al Comitato etico, saranno esonerati dal pagamento che sarà sospeso fino a quando non muteranno le loro condizioni economiche». Il tetto minimo per l’iscrizione di ipoteca e l’espropriazione immobiliare passa da 20mila a 30mila euro, per arrivare a 50mila euro se si tratta di prima casa. Infine, è prevista una rateizzazione fino a 100 rate.

Marcello De Vito, invece, preferisce insiste con i ben noti e ormai più che assodati slogan del movimento di cui fa parte: «L’unico voto utile è quello dato al Movimento 5 Stelle». Poi, aggiunge: «Stop al cemento; commissione tecnica sulla metro C; pedonalizzazione dei Fori Imperiali; Notte Bianca e Estate Romana». Poi ci sono le promesse: «Taglierò gli stipendi dei manager perché la politica può farsi con pochi soldi e tanta passione. Per la sicurezza, metterò più vigili urbani per le strade, con la creazione di un centro unico di raccordo delle forze dell’ordine e abolirò l’Imu sulla prima casa, come da programma nazionale M5S».

E insieme alle promesse elettorali, ovviamente, si scatenano anche i sondaggi. Al momento Marino sembra in testa con il 35% dei consensi, seguito da Alemanno con il 32,8%. Più dietro De Vito con il 14,8%, ma la nota di colore sta tutta nell’elettorato femminile che sembra letteralmente impazzito per Alfio Marchini, che raggiungerebbe, grazie solo al loro voto, ben il 65%, altrimenti fermo al 11,3%.

Ma non tutti i romani sembrano poi così convinti. Tanti, troppi, forse, i discorsi fatti dai candidati. Così, nascondendo il loro viso dietro una maschera, non per «travisare il volto» o «agire da incappucciati», ma per compiere una vera azione di protesta contro quella che definiscono una «omologazione dei candidati», un gruppo di studenti ha deciso di assaltare i gazebo di Piazza Bologna. «Il sindaco Nessuno» è la loro chiara indicazione di non voto.

Come andrà a finire? Romani, diteci: «Chi è il vostro futuro sindaco?».

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