Chi è Joachim Gauck?

L'ex pastore luterano e attivista per i diritti civili della Ddr è il candidato favorito per la presidenza. Dal nostro corrispondente
Joachim Gauck

È tornato in campo. Joachim Gauck, già candidato alle elezioni presidenziali quasi due anni fa, allora sostenuto dai socialisti e dai verdi, è il nuovo nome per la presidenza tedesca. Allora il vincitore della competizione era stato, invece, Christian Wulff, il candidato preferito dalla Merkel e dal suo partito cristiano-democratico. Adesso che la cancelliera ha dovuto cedere, dopo gli scandali che hanno indebolito molto il partito dei liberali appartenente alla coalizione del suo governo, ha deciso di schierarsi per il nuovo presidente, di fatto dalla parte dell'opposizione. Questa scelta fa sembrare la Merkel sconfitta, ma il risultato, a lungo termine, potrebbe rivoltarsi a suo favore, perché Gauck è molto apprezzato dalla maggioranza del popolo e il sostegno indiscusso al suo nome da parte della cancelliera potrebbe riabilitarla in qualche modo.

Gauck impersona la lotta per la libertà e per la giustizia. È nato durante la Seconda guerra mondiale, nel 1940, a Rostock, sul Mar Baltico. Undicenne, nella nascente Germania dell’Est (Ddr) ha visto suo padre condannato ai lavori forzati in Siberia, a causa di “sobillazioni antisovietiche”. Sceglie di diventare pastore luterano, ma i servizi segreti non lo lasciano in pace e imprigionano persone della sua parrocchia per aver manifestato pensieri contro il regime.
 
Durante i mesi della rivoluzione pacifica dell’89 lascia il suo compito di pastore per impegnarsi per i diritti civili e nel 1990, durante le prime e uniche elezioni libere della Ddr, viene eletto deputato per la Volkskammer (la Camera del popolo). Il suo compito specifico era quello di sciogliere il ministero per la Sicurezza dello Stato, la temutissima Stasi, che contava tra le sue fila numerosissimi agenti segreti che controllavano la vita dei tedeschi, denunciandoli alle autorità anche senza motivi fondati, in nome di una presunta difesa del Paese da attacchi capitalistici. Poi, nella Germania riunita, per dieci anni, Gauck  si è trovato a guidare l’autorità incaricata di aprire gli archivi della Stasi e indagare sulle azioni perpetrate per anni in un clima di terrore.
           
Joachim Gauck è un uomo che sa parlare in pubblico: è brillante e sa toccare i cuori, osando rispondere a caldo, in modo spontaneo, non sempre con la flemma e la ponderatezza tipica tedesca. Non è membro di un partico politico, ma è un uomo politico per il suo passato e anche perché incarna, in questo momento, il desiderio del popolo di vedere una democrazia più trasparente e diretta. «Nessuno pensi che io sia un superman oppure un uomo senza errori», ha detto Gauck, poco dopo aver saputo della nomina unanime a futuro presidente da parte dei quattro partiti: Cdu, Spd, Fdp e  Verdi. Sposato con quattro figli, nel '91 si è separato dalla moglie ed è attualmente legato a una giornalista, Daniela Schadt, molto più giovane di lui, forse il neo che lo rende umano e non supereroe, come tanti lo vorrebbero in questo momento. E a proposito del suo prossimo compito ha precisato: «La cosa più importante è che gli uomini di questo Paese imparino che stanno vivendo in un Paese fondamentalmente buono, che possono tornare ad amare».
 
Tanti credono che Gauck sarà capace di dare nuova autorevolezza alla carica di presidente. Dal suo passato apprendiamo che il 72enne proposto con tale larghezza di consensi non parla e non agisce per accontentare i gusti di qualcuno. Sa dire il suo, anche contro i politici e contro il pensiero comune del popolo, se lo ritiene necessario. Gauck, perciò, un giorno potrebbe rivelarsi anche come scelta scomoda per i tedeschi, proprio per questa sua libertà. Nelle ultime ore sembra che il partito Die Linke (sinistra), la Npd (neonazisti) o il cosiddetto Partito dei pirati, abbiano presentato altri candidati, ma al momento c’è grande incertezza. Nonostante ciò, non ci sono dubbi che, per l’ampiezza di approvazioni, il 18 marzo Joachim Gauck sarà eletto dall’Assemblea federale undicesimo presidente della Germania.

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