Caro carburanti

La crisi libica infiamma i mercati. Il prezzo del petrolio arriva a 105 dollari al barile. Come il singolo cittadino può cercare di risparmiare sui prezzi dei carburanti?
Pompe bianche

Aumentano senza sosta i prezzi dei carburanti. E la crisi in nordafrica non fa supporre niente di buono, anche perchè l’Italia proprio dalla Libia attinge le principali risorse petrolifere. Nella consueta rivelazione del Quotidiano Energia la media nazionale della benzina va dall’1,507 di al litro praticato dagli impianti Esso all’1,515 dei Tamoil. Per il diesel si passa dall’1,394 euro al litro riscontrato nelle stazioni di servizio Esso all’1,404 rilevato negli impianti Tamoil. Il Gpl, infine, si posiziona tra lo 0,788 euro al litro registrato nei punti vendita Eni allo 0,797 euro al litro degli impianti Tamoil.

 

E la crisi libica certamente infiamma anche i mercati e il prezzo del petrolio sale a 105 dollari a barile, mai così alto dal settembre 2008. La Libia è un Paese centrale dal punto di vista energetico, sia per il petrolio che per il gas. Si tratta infatti del quarto produttore africano di greggio, dietro Nigeria, Algeria e Angola, con una produzione di 1,8 milioni di barili al giorno, e sta acquisendo posizioni anche sul metano, con riserve accertate stimate dall’Opec in 1.540 miliardi di metri cubi ed esportazioni per oltre 10 miliardi di metri cubi l’anno. In caso di arresto o riduzione della produzione, quindi, il mercato mondiale, in particolare quello europeo, si troverebbe privo di importanti quantità di idrocarburi.

Certamente influisce sul caro carburanti l’aumento dei prezzi del petrolio a barile e la crisi nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente che producono il 36 per cento della produzione petrolifera mondiale e conservano il 61 per cento delle riserve, ma sappiamo che l’oscillazione del prezzo dei carburanti è influenzato anche dai costi fissi di produzione e dalle tasse che sono sempre stabili e incidono maggiormente sul prezzo totale.

 

Come può il singolo cittadino reagire e cercare di risparmiare su una spesa che incide molto sul bilancio familiare? Certamente utilizzando tutte le forme di mobilità alternativa e sostenibile che abbiamo più volte citato: dai mezzi pubblici al car-sharing, ma anche utilizzando le cosiddette “pompe bianche”. Chi le conosce, non può più farne a meno. Sono i distributori di carburanti non griffati che, cioè, non appartengono alle grandi catene delle sette sorelle del petrolio e praticano prezzi più bassi. Le loro insegne non sono colorate e variopinte, ma sono, appunto, bianche. Sono distributori indipendenti e si può risparmiare fino all’8 per cento sui prezzi di mercato, e fino a 5 euro per ogni pieno. La benzina non è “cinese” e di bassa qualità ma proviene esattamente dalle stesse raffinerie a cui si riforniscono i grandi distributori. Le pompe bianche appartengono a benzinai indipendenti che possono praticare prezzi più bassi perché hanno meno spese per il trasporto, e non ne hanno per la pubblicità, per concorsi, bollini e premi, i cui costi, è bene saperlo, ricadono sempre sul consumatore, mai sul gestore che spalma le azioni di marketing sul prezzo del prodotto. Sul sito della Codacons, nella homepage, sotto la voce “Economia e finanza” è possibile scaricare l’elenco completo dei distributori indipendenti di 20 regioni italiane. Non sono molti, circa 320 in tutta Italia, ma con una media di due pieni al mese si risparmia fino a 100 euro l’anno. È una buona piccola notizia in tempi di crisi. Se vi rifornirete di carburante in una di queste pompe bianche fateci sapere i prezzi effettivamente praticati.

 

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