Carcere per i marinai italiani

Si aprono le porte della prigione di Thiruvananthapuram per i militari coinvolti nella morte dei pescatori indiani. No all'incontro con le famiglie delle vittime
Barca di pescatori indiana

Nelle ultime ore, A.K. Gopakumar, magistrato competente di Kollam (Kerala) per il caso dei due militari italiani coinvolti nella sparatoria in cui sono morti due pescatori indiani, ha deciso che, per ora, Massimiliano Latore e Salvatore Girone dovranno trasferirsi nel carcere di Thiruvananthapuram, detta anche Trivandrum, la capitale dello Stato. Secondo la legislazione indiana, i due militari non possono godere dell’immunità e nemmeno di privilegi particolari, anche se il magistrato ha fatto alcune concessioni: la possibilità di incontrare connazionali per un’ora fra le 10,00 e le 13,00, non essere ospitati insieme ad altri detenuti e avere cibo italiano.

Nonostante l’attenta attività diplomatica sembra che le autorità indiane non cedano sul diritto di processare i due italiani. Dai quotidiani locali si ricava una lettura complessa della situazione in cui si sono venuti a trovare i nostri connazionali. Non è facile districarsi in una matassa che si sta aggrovigliando sempre più e che, a questioni di sicurezza e di giustizia, sta mischiando elementi e interessi politici interni per i quali i nostri diplomatici possono far poco.

Come detto, nei due precedenti articoli che abbiamo pubblicato, un elemento decisivo in tutta la questione è quello politico locale. A breve le elezioni amministrative decideranno gli equilibri dello Stato del Kerala, che da sempre passano dal Congresso al locale Partito comunista, che si alternano con regolarità al governo dello Stato. Proprio in questi giorni, il primo ministro locale, Oommen Chandy, ha assicurato il Parlamento statale che non si faranno trattamenti di favore nei confronti dei due stranieri. L’opposizione, in precedenza, aveva abbandonato l’aula accusando il partito al governo di non essere in grado di difendere l’incolumità dei pescatori.

La pesca è uno degli introiti principali dello Stato del Kerala e buona parte del prodotto ittico viene esportato verso il Golfo Persico, assicurando buoni guadagni sia ai pescatori che al governo. Tuttavia, i mari sono infestati da attività di pirateria che mettono a repentaglio l’incolumità dei pescatori keralesi. Il caso dei due marines attualmente agli arresti offre al governo la possibilità di dimostrare che non si fanno compromessi in materia di sicurezza e nemmeno favoritismi nei confronti degli stranieri. Una qualsiasi eccezione sarebbe letta dall’opposizione come un segno di debolezza dell’attuale amministrazione e significherebbe la perdita dei voti dei pescatori della zona costiera, che accompagna il Kerala in tutta la sua lunghezza.

La polizia e le autorità civili ed ecclesiastiche hanno scoraggiato anche la richiesta di un incontro del sottosegretario agli Esteri, De Mistura, con i familiari di uno dei pescatori morti. L’incontro previsto per domenica nella locale cattedrale, da parte italiana, avrebbe offerto l’occasione per un gesto visibile, un atto pubblico di scuse e un passo di chiara buona volontà nella difficile situazione attuale.  Da parte del governo locale, invece, rappresentava il rischio di tensioni sociali per il desiderio manifesto di alcuni gruppi di creare disordini contro il diplomatico italiano.

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