Cantiere e platea sul tetto del Duomo

In riparazione la guglia che sorregge la Madonnina. Per finanziare i restauri organizzati eventi tra le guglie. Attesa per il tenore Josè Carreras e per Andrea Bocelli
Concerti sul duomo di Milano
"O mia bela Madunina che te brillet de lontan tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan sota a ti se viv la vita, se sta mai coi man in man”. Domina Milano sì, e chi solleva lo sguardo dalla splendida piazza Duomo va subito ad incontrarla. La bella Madonnina che dalla guglia più alta del Duomo guarda l’intera città di Milano sta per essere sottoposta ad un grande restauro che comporterà oltre tre anni di lavori e una spesa di circa otto milioni di euro.

 

D’altra parte si tratta della guglia maggiore del Duomo, “la guglia delle guglie”, il trono da cui la Madonnina, da oltre due secoli e mezzo veglia su Milano e sui milanesi. I ponteggi stanno salendo rapidamente, e sono già iniziati i lavori per consolidare le superfici marmoree. Gli operai e i tecnici della Veneranda Fabbrica del Duomo sono a metà dell’allestimento dell’imbragatura che abbraccerà l’intera guglia fino alla base della Madonnina. Una gigantesca gabbia d’acciaio ancorata alla terrazza più alta, i cui elementi sono stati appositamente realizzati per questo cantiere, per molti aspetti davvero straordinario: per l’altezza, innanzitutto, ma anche per la vastità e per la delicatezza dell’impresa.

 

«Si tratta – spiega il professor Angelo Caloia, presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo – di intervenire sulla base stessa della Madonnina, simbolo della città, patrona di un popolo». Riguardo la specificità dell’intervento spiega l’ingegnere Benigno Mörlin Visconti Castiglione, «da un punto di vista statico, non ci sono problemi particolari, ma il degrado riguarda soprattutto le superfici marmoree dell’apparato decorativo. C’è il rischio di cadute e di distacchi, e quindi questo intervento non era più rimandabile». Vari decori in rilievo, soprattutto i più esposti, sono purtroppo molto rovinati. Alcune figure sono ormai irriconoscibili, i volti di diversi personaggi cancellati.

 

Colpa dell’inquinamento e anche degli agenti atmosferici: il vento, a questa altezza (un centinaio di metri), causa una sorta di “scartavetratura “ delle superfici; ma anche gli sbalzi termici, a lungo andare creano crepe e fessurazioni, in particolare là dove sono inserite delle vecchie zanche di ferro, magari arrugginite a sostegno della struttura. In questi casi, l’unica soluzione è quella di sostituire le parti ammalate e irrecuperabili. «Per questo – spiegano i responsabili della Veneranda Fabbrica – ci serviamo di personale specializzato che, nei nostri laboratori, usando il marmo delle nostre cave, realizza delle copie esatte che poi ricollocheremo al loro posto». Naturalmente i pezzi originali, seppur rovinati, non andranno perduti: una volta inventariati, infatti, saranno custoditi in una sorta di archivio “di pietra” della cattedrale.

 

Dalla metà del mese di giugno poi, la sera, sul tetto del Duomo, tra la giungla delle guglie, sono state poste delle panche ed è stato allestito un palco da dove si sono  esibiti Angelo Branduardi, Mango e Omero Antonutti. In questi giorni tocca al grande tenore Josè Carreras, mentre a settembre è atteso Andrea Bocelli. Appuntamenti che si annunciano eventi mondiali, realizzati per raccogliere fondi da destinare al restauro.

 

 

 

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