Camera, cominciano i lavori

Tanti i volti nuovi tra i deputati. Il Pd continua a cercare l'accordo con il movimento 5 stelle, che punta su Roberto Fico come presidente. Molti i cittadini in coda per assistere alla seduta
Camera dei deputati prima seduta 2013

Ore 9.30, piazza Montecitorio, Roma.

L'aria è fredda e il cielo plumbeo, ma l'atmosfera è elettrizzante. Alle 10.30 comincerà la prima seduta della Camera dei deputati e nell'area transennata davanti Palazzo Montecitorio si aggirano i neoeletti, decine di giornalisti e qualche curioso che è riuscito a superare lo sbarramento, nemmeno troppo rigido per la verità, delle forze dell'ordine. Tanti i cartelli e gli striscioni esposti: ci sono disoccupati, il sindacato degli inquilini, alcuni esodati.

I politici si avviano verso l'aula. Qualcuno ha fretta, ma la maggioranza dei deputati si attarda, parla con i giornalisti, si presenta (i nuovi eletti sono tantissimi). Inutile negarlo: i più ricercati, quasi "braccati", sono i rappresentanti del Movimento 5 stelle. Saranno determinanti nella scelta del nuovo presidente della Camera: il Pd rifiuta di allearsi con il Pdl e i grillini sono ben consapevoli del potere che hanno. Arriva Roberto Fico, candidato dai suoi colleghi alla presidenza della Camera, insieme ad altri rappresentanti del movimento. Viene circondato dai cronisti, mentre gli altri deputati sorridono e commentano: «Ma ti rendi conto? Fino ad ieri nessuno ci considerava e invece guarda ora…». Li avvicino, chiedo con chi posso parlare. Ridacchiano, nicchiano, mi prendono un po' in giro, poi si allontanano senza parlare. Parla invece Fico. «Oggi – afferma – è un grandissimo giorno. 163 cittadini hanno lavorato a un progetto condiviso raggiungendo un risultato incredibile. Oggi i cittadini ridiventano istituzioni, si riappropriano dello Stato». E per la nomina dei presidenti delle Camere? Fico assicura che «Non c'è niente di bloccato, stiamo andando avanti e lavoreremo».

Fiduciosi sul buon esito delle votazioni anche i rappresentanti del Pd. Alessandra Moretti, classe 1973, si concede ai giornalisti con grande disponibilità, nonostante appaia un po' imbarazzata ai fotografi che le chiedono di farsi immortalare davanti Palazzo Montecitorio. «Come Pd – spiega – siamo sereni. Al movimento 5 stelle abbiamo fatto proposte precise per cambiare il Paese e farlo ripartire, puntando prima di tutto sul lavoro». Convergerete sul nome di Fico? «Vedremo. Noi – sorride – non abbiamo pregiudiziali di nessun genere». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Gennaro Migliore, Sel, che non esita a prospettare un voto «favorevole» nei confronti di Fico, napoletano come lui. Anche se, ribadisce, il primo partito resta il Pd ed è a Bersani che il presidente Napolitano dovrà affidare l'incarico di governo. La linea del partito è chiara: si voterà scheda bianca per le prime elezioni, per cercare fino alla fine di raggiungere un'intesa. Non tutti sono d'accordo, ma si adeguano. Come Ivan Scalfarotto, che commenta: «Io penso che un nome "nostro" per la presidenza della Camera avremmo dovuto farlo. Bisogna esprimere una posizione, ma mi adeguo alla volontà del partito», espressa dal segretario Bersani.

Qualche metro più in là Michela Biancofiore, deputata Pdl, elegantissima con un cappottino nero bordato di pelliccia spiega la posizione del suo partito e del suo leader Silvio Berlusconi. «Noi – afferma – abbiamo offerto al Pd la possibilità di fare un governo di coalizione. Non hanno voluto e allora cosa possiamo fare? Presentare un nostro candidato? Non lo voterebbero. Il Pd deve capire che bisogna lavorare per il bene del Paese per farlo uscire dallo stallo in cui si trova. Juncker ha detto che l'Europa non ha bisogno solo di austerità, noi del Pdl ci eravamo arrivati prima. Ma come si fa a chiedere a chi ha quasi vinto le elezioni di farsi da parte? Si sta cercando di impedire ad un leader politico di svolgere le sue funzioni per via giudiziaria». La linea del partito, in assenza di accordi col Pd, è di votare scheda bianca. Anche se, afferma Renata Polverini, ex governatore del Lazio, la disponibilità del Pdl ad arrivare un accordo resta.

Pur dicendo un secco "no" ad un «governo d'inciucio» che potrebbe unire Pd e 5 stelle, Giorgia Meloni spiega invece che Fratelli d'Italia è disponibile a valutare tutti i provvedimenti che saranno ritenuti utili per il Paese, «auspicando uguale responsabilità delle altre forze politiche per le proposte che avanzeremo noi».

Lentamente, la piazza si svuota. Tanti cittadini parteciperanno a questa seduta pubblica del Parlamento, dopo aver affrontato una lunga fila in piazza del parlamento, e tanti saranno anche i bambini. La speranza è che i neoparlamentari si dimostrino all'altezza delle aspettative della gente.

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