Budapest, ritiro dei Superiori Maggiori

Come attualizzare i carismi oggi alla luce della spiritualità di comunione. Luci e ombre della vita consacrata.
Superiori maggiori Ungheria
«Sono colpito dalla novità che porta la spiritualità di comunione nella vita consacrata». «Mi rinasce la speranza: la vita consacrata continuerà proprio grazie alla spiritualità di comunione». «La spiritualità di comunione sta rinnovando tutta la Chiesa e può rivitalizzare anche i carismi della vita consacrata: è come l’acqua che alimenta le radici dei fiori». «Sono felicemente sorpreso della scoperta di Gesù crocifisso e abbandonato come sorgente della spiritualità di comunione». «Mi ha sorpreso che la spiritualità di comunione vissuta porti ad una svolta antropologica, perché parte dalla reciprocità; segna il passaggio dall’io alla reciprocità». Sono queste alcune delle impressioni che ho raccolto al termine dell’incontro dei 23 religiosi presenti alla Conferenza dei Superiori Maggiori, radunata per due giornate di ritiro (9-10 febbraio), presso l’abbazia Regina Mundi delle suore cistercensi.

Alla luce della lettera apostolica «Novo millennio ineunte» di Giovanni Paolo II, abbiamo riconosciuto la spiritualità di comunione, che sgorga dal carisma dell’unità di Chiara Lubich, come un dono dello Spirito per la Chiesa e l’umanità di oggi, perciò anche per la vita consacrata. La spiritualità cristiana non si limita alla dimensione personale del rapporto con Dio dentro di sé, ma va vissuta tra due fuochi: Dio dentro di sé e la presenza di Dio nella comunità. È l’attuazione della promessa di Gesù: «Dove due o più sono uniti nel mio nome lì sono io presente» (Mt 18,20). La presenza di Gesù esige un amore reciproco, vissuto sulla misura di quello di Gesù: «come io vi ho amati».

La spiritualità di comunione può rinnovare dal di dentro la vita di ogni comunità e di ogni fraternità, permette di scoprire la propria identità carismatica nell’essere dono per gli altri e nell’accogliere gli altri carismi come dono. Nasce così la comunione tra i carismi antichi e nuovi. «Ama il prossimo tuo come te stesso» comprende anche: ama il carisma dell’altro come il tuo, l’istituto dell’altro come il tuo ecc. Con la spiritualità di comunione la vita consacrata può veramente dare il proprio contributo, perché la Chiesa sia «Chiesa-comunione ad immagine della Trinità» e possa attuare la sua missione di testimonianza: «perché tutti siano uno, affinché il mondo creda» (Gv 17,21).

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