Bentornata, Alessia!

La Filippi, già campionessa mondiale e medaglia olimpica, è tornata a nuotare ad alti livelli dopo due anni difficili
Alessia FIlippi

Nella settimana in cui è stata celebrata la Festa della donna, le maggiori soddisfazioni per lo sport italiano sono arrivate, guarda caso, proprio dal settore femminile. A Istanbul, Antonietta Di Martino ha conquistato la terza medaglia iridata della carriera, arrivando seconda nella prova di salto in alto dei Campionati del mondo indoor di atletica leggera; a Shanghai, Arianna Fontana è giunta terza nella classifica generale assoluta dei Mondiali di short track, confermandosi così nell’élite internazionale di questo sport; a Torino, Ilaria Salvatori ha fatto suo il Trofeo Inalpi, importante prova individuale di Coppa del mondo di scherma (specialità fioretto), bissando poi il successo nella prova a squadre insieme alle compagne di nazionale.
 
Anche ai Campionati italiani assoluti di nuoto, disputati in settimana a Riccione e validi come qualificazione ai Giochi olimpici di Londra, a mettersi particolarmente in luce sono state due donne. Federica Pellegrini, stella del movimento natatorio azzurro, ha conquistato come sempre il maggiore spazio sui media nazionali, anche se per una volta ha mostrato un volto “umano”, con prestazioni cronometriche che forse non sono state del tutto in linea con le sue enormi potenzialità. Nonostante ciò, la Pellegrini fino a pochi giorni fa era l’unica nuotatrice italiana a essersi qualificata a livello individuale per le prossime Olimpiadi, fino a quando a lei si è aggiunta la ventiquattrenne romana Alessia Filippi, protagonista negli ultimi mesi di quella che potremmo definire una vera e propria rinascita sportiva.
 
Alessia ha iniziato a nuotare prestissimo (era in vasca già a tre anni), e i risultati raggiunti nelle categorie giovanili facevano intravedere per lei un futuro da possibile campionessa. E così è stato. Dopo una prima esperienza olimpica ad Atene 2004, la Filippi si è affidata a un nuovo tecnico (Andrea Palloni del centro sportivo della Guardia di Finanza) e da quel momento la sua progressione ai vertici del nuoto nazionale e internazionale è stata inarrestabile: nel 2006 ha raggiunto i primi podi a livello continentale (in vasca lunga), e nello stesso anno ha vinto la sua prima medaglia iridata (in vasca corta).
 
Poi, dopo un 2007 di transizione caratterizzato dalla “rottura” con il suo allenatore e da alcuni problemi fisici, Alessia ha conquistato la medaglia d’argento ai Giochi di Pechino 2008 (negli 800 stile libero), ed è stata grande protagonista ai Campionati del mondo del 2009 in programma nella sua città natale, Roma, dove ha vinto ben due medaglie (l’oro nei 1.500 e il bronzo negli 800 stile libero). Ancora giovanissima, appena ventiduenne, Alessia non è però più riuscita a ripetersi, piombando per lungo tempo, dopo un biennio pazzesco vissuto in apnea tra Olimpiadi e Mondiali, in un “anonimato” davvero imprevisto.
 
Così, di colpo, una delle punte di diamante del nostro panorama sportivo nazionale, una nuotatrice davvero polivalente capace di competere ad alti livelli nel dorso, nello stile libero e addirittura nei misti, sembrava aver imboccato una parabola agonistica discendente senza fine. Fino a pochi mesi fa, molti addetti ai lavori vedevano ormai in lei un’ex atleta, una ragazza senza più né il fisico né la voglia necessaria per tornare ai vertici di questo sport. E giù valanghe di critiche, di “giudizi cattivi” che spesso accompagnano i campioni quando non riescono più a raggiungere quei risultati straordinari a cui avevano abituato tutti: è colpa del matrimonio, non ha più voglia di allenarsi, è interessata più al ballo che al nuoto (Alessia ha partecipato alla scorsa edizione del programma televisivo Ballando con le stelle, ndr). Perché non si ritira?
 
Alessia ha incassato in silenzio, ed è andata avanti lo stesso. Lei ci ha sempre creduto, anche quando i risultati non le davano più ragione, anche quando nessuno sembrava dare il giusto credito ai problemi a una spalla che la limitavano fortemente in acqua, anche quando erano rimasti davvero in pochi a credere in lei. Poi, improvvisamente, ecco la svolta, arrivata anche grazie a un atto d’umiltà che oggi sta cominciando a dare i suoi frutti: nonostante quattro anni prima si fossero lasciati male, a ottobre la Filippi si è infatti presentata nella caserma delle Fiamme Gialle per chiarirsi e per chiedere al suo vecchio allenatore, Andrea Palloni, se poteva tornare ad allenarla. Lui l’ha accolta come si accoglie un “figliol prodigo”, e come per magia Alessia è tornata ad assaporare vecchie sensazioni.
 
A Riccione, la scorsa settimana, Alessia ha stupito un po’ tutti andando a conquistare il pass olimpico nei 200 dorso, anche se a Londra probabilmente la vedremo protagonista degli 800 stile libero, gara dove l’attuale panorama internazionale sembra offrirle maggiori possibilità di ben figurare. Con il suo esempio, Alessia in questi giorni ha dimostrato a tutti che è davvero valido il motto “Mai dire mai”, ha dimostrato che nella vita e nello sport bisogna crederci sempre: bentornata, campionessa!

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