Bambini a rischio abusi

Il garante dell'infanzia della Campania lancia l'allarme: troppi i piccoli che, anche a causa della crisi economica, vivono situazioni di pericolo o in condizioni difficili. Per invertire la rotta serve un maggiore impegno di genitori e istituzioni  
Bambini al computer

Baby gang, dispersione ed evasione scolastica, sfruttamento lavorativo e sessuale dei bambini: purtroppo i dati, in Campania, sono tutti in aumento. Lo sottolinea il nuovo garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione, Cesare Romano, che giovedì ha presentato la sua relazione sulle condizioni di bambini e ragazzi campani.  Tuttavia, anche se lo scenario dipinto non è dei più rosei, si può intervenire per cambiare le cose. Come? «La prevenzione, la partecipazione dei minori alla vita pubblica, una maggiore considerazione delle loro esigenze, la sinergia istituzionale, adeguati fondi di sostegno – afferma Romano – sono elementi indispensabili per garantire una rete di protezione, cura e tutela delle giovani e future generazioni».

Partendo dalle segnalazioni e dai documenti ricevuti, il garante traccia un quadro della situazione. «Le problematiche ataviche, la crisi economica e i conseguenti tagli alla spesa sociale, uno scarso impegno delle istituzioni, in particolare dei comuni, alle tematiche di prevenzione e cura del disagio minorile – scrive Romano – hanno acuito alcuni fenomeni di devianza: le statistiche sono tutte in ascesa e preoccupanti al punto di richiedere immediati interventi di contrasto per contenerne la portata».

Abusi e maltrattamenti, così come la pedofilia, continuano a mietere vittime nonostante le campagne nazionali e internazionali di sensibilizzazione verso tali fenomeni. Inoltre, «l’abuso, di alcool e droghe, sempre più diffuso nonostante la recente legge che vieta la vendita di alcool ai minori di anni 18 e la lotta al mercato della droga sembra inarrestabile. L’età dei consumatori – sottolinea Romano – si abbassa sempre più, con danni presenti e futuri non soltanto ai nostri giovani, ma alla società tutta».

A peggiorare la situazione ha contribuito il taglio delle spese e il patto di stabilità imposto ai comuni, che hanno generato la mancata assistenza di tanti minori a rischio di devianza o con forti disagi sociali. A causa dei mancati pagamenti agli operatori, in quattro anni sono state costretti a chiudere oltre 150 comunità residenziali e circa 20 istituti semi residenziali.

«Quando neanche più i servizi indispensabili sono garantiti – afferma il garante – siamo realmente in una situazione d’emergenza alla quale tutte le istituzioni sono chiamate a porre rimedio se non vogliamo scivolare ai sub-livelli della tutela e cura del disagio minorile».

In aumento anche l'utilizzo senza controllo di internet e, in particolare, dei social network e il numero di piccoli utenti che rischiano di incontrare sul web malintenzionati e pedofili. Ma c'è anche il pericolo dell'isolamento sociale, che porta a ritenere sempre più reale il mondo virtuale. Il garante suggerisce un ruolo più attivo dei genitori e delle istituzioni nell'aiutare i minori a districarsi con le opportunità e i pericoli della Rete.

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