Are you ready? Sì, riattualizzando

Una nuova azienda di abbigliamento creata da un gruppo di giovani. Vuole essere una risposta alla crisi e una strada originale per valorizzare le qualità di ciascuno e farne un lavoro.
Logo Are You Ready

«Quando il gioco si fa duro gli italiani cominciano a giocare», così scrive il giornalista Beppe Severgnini nel suo libro Italiani di domani, un invito a guardare sempre al futuro, a mettersi in gioco, a creare qualcosa. In un periodo di crisi come quello che sta attraversando ora l’Italia e che chiude le porte ai giovani spingendoli alla fuga, c’è invece chi reagisce, chi resta e non scappa ma risponde alla situazione di disagio, proponendo qualcosa di nuovo. 

È questa la storia di due giovani ragazzi di ventidue anni, Gianluca Pompilio e Federico Bertolotti, che dal nulla hanno creato una vera e propria azienda di abbigliamento dal nome Are you ready?. Come ci tengono a precisare, Are you ready? non è solo una linea di abbigliamento, è la risposta di un gruppo di giovani all’attuale situazione di crisi, il loro è un messaggio provocatorio, si chiedono e chiedono a tutti i giovani: sei pronto a metterti in gioco, a credere nelle tue potenzialità? Loro per primi hanno risposto di sì, hanno puntato sulle capacità dei giovani come loro, fanno quello che gli piace, non senza difficoltà ma con l’obiettivo di trasformare la passione in lavoro.

L’idea nasce un po’ per gioco e divertimento, organizzavano eventi nelle discoteche, ma un po’ alla volta cresce nei due ragazzi la voglia di fare qualcosa in più, nascono le prime magliette, sponsorizzate durante le serate nei locali stessi, semplici stampe, pochi colori, ma piacciono e sono sempre più richieste. Un po’ alla volta, si migliorano i tessuti, aumentano i colori disponibili e le stampe, tramite amici e passaparola iniziano le prime collaborazioni. «L’idea imprenditoriale nasce coinvolgendo giovani», ci dice Federico e continua: «L’obiettivo è lavorare con gli altri e non far lavorare gli altri per noi». 

Un progetto imprenditoriale che nasce dal basso, che incontra ostacoli, che si migliora anche grazie agli errori, che cerca di mettere in luce i talenti, di dare visibilità a tutti coloro che collaborano.

Dal confronto e il lavoro ognuno può valorizzarsi ma scoprire anche nuove passioni. È il caso di Andrea D’Alessio, che dopo aver curato la parte fotografica di uno dei tanti progetti, ha deciso di iscriversi ad un corso di fotografia, per trasformare il proprio hobby in una vera e propria professione. È proprio questo lo spirito con cui è nato il progetto, ci si incontra, si costruiscono reti, i ragazzi si confrontano e riescono a realizzarsi. Gianluca, che ha la passione per il disegno, cura la parte artistica; Federico, che dopo il liceo si era iscritto alla facoltà di economia, si occupa maggiormente della parte amministrativa, ma tutte le decisioni vengono prese insieme. 

Nel gennaio 2013 hanno aperto il sito internet e-commerce (www.ayrstyle.it), un negozio online nel quale si possono comprare i loro prodotti, entrare in contatto e conoscere meglio la loro storia.

Lo scorso settembre, durante il Miss Grand Prix, un concorso nazionale di bellezza, che si è svolto all’Aquila, hanno vestito le 35 finaliste. Gianluca e Federico, si interessano anche al sociale, così hanno ideato e realizzato anche Are you ready for Africa?, una giornata dedicata all’Africa, in collaborazione con AfrikaSì, Equamente e Koinonia, «un punto di partenza e non di arrivo», ci dicono, «quella del 2013 è stata solo la prima edizione».

Attaccato alle magliette, c’è un cartellino nel quale si spiega l’obiettivo del loro progetto, le buste che utilizzano sono biodegradabili, i prezzi sono bassi proprio per andare incontro ai giovani, il loro Logo è un orologio che rimanda alla filosofia del Carpe Diem, ci dice Federico: «Bisogna cogliere l’attimo e farlo ora». Ogni dettaglio viene curato, ogni dettaglio è un passo avanti, nella presentazione del loro sito scrivono: «Ognuno di noi è dotato di un qualcosa di unico, il segreto del successo sta nel trovare quel qualcosa e farne il proprio lavoro. È questo quello che stiamo facendo». Sono questi gli italiani di domani.

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