Annunciare la bellezza dell’amore di Dio (Evangelii Gaudium 34-36)

Nella nostra società ogni messaggio rischia di essere "mutilato" e di ogni comunicazione possono essere messi in risalto solo aspetti secondari. Cosa comunicare, allora, per Francesco, del messaggio divino?
Tv vaticana

*34-36 – Il modo di comunicare il messaggio

In una società ipermediatizzata, in cui il primo obiettivo non è più cosa si comunica, il messaggio o il contenuto, ma il fatto stesso che si comunica indipendentemente da quanto viene poi realmente trasmesso, le parole del papa sembrano dare una chiave di lettura atta a immettersi nella corrente evangelizzatrice da lui preconizzata: importante non è la quantità di quel che si dice, né in fondo i mezzi che si utilizzano, ma il nucleo centrale della comunicazione: «Nel mondo di oggi, con la velocità delle comunicazioni e la selezione interessata dei contenuti operata dai media, il messaggio che annunciamo corre più che mai il rischio di apparire mutilato e ridotto ad alcuni suoi aspetti secondari» (34). Bisogna invece che «l’annuncio si concentri sull’essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario» (35). Cioè «la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (36). Da queste semplici parole, mi sembra che si possano dedurre alcuni princìpi basilari della comunicazione secondo Bergoglio: la comunicazione è essenziale per la persona umana; bisogna comunicare il positivo, quello che è bello e vero; non sono tanto importanti i media, quanto la persona che li usa; cercare di semplificare il messaggio, adattandosi a quello di cui l’ascoltatore ha bisogno.

Michele Zanzucchi
direttore della rivista Città Nuova
docente alla Gregoriana e all’Istituto universitario  Sophia

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