Andrea batte il suo stesso record

L’impresa di un ragazzo diversamente abile, da un capo all'altro dello Stretto di Messina.
andrea caridi

È noto che attraversare lo Stretto di Messina a nuoto non è impresa per i comuni mortali. Le doti naturali non bastano: la distanza e le correnti marine che cambiano direzione improvvisamente creano difficoltà che si possono superare solo con un’adeguata preparazione atletica. Se poi ad attraversarlo è un ragazzo che si chiama Andrea Cadili Rispi, sembra quasi un anonimo che non aveva nulla da fare che farsi una nuotata.

 

Ma chi è costui? È un giovane genovese di 28 anni affetto da una rara malattia, l’osteopseudoglioma, che provoca fragilità ossea e perdita della vista. Eppure Andrea ha superato sé stesso. Ha impiegato 48 minuti e 27 secondi per attraversare a nuoto lo Stretto di Messina, da Capo Peloro sulla costa sicula fino a Cannitello, in Calabria. Un tempo record per l’atleta paralimpico. L’evento e’ stato organizzato grazie alla collaborazione della capitaneria di porto di Messina e all’interessamento del presidente nazionale del Comitato paralimpico, Luca Pancalli.

 

Andrea Cadili non si è mai arreso alla malattia che lo ha colpito quand’era adolescente, tanto da confermarsi nel giugno scorso a Novara, per la seconda volta consecutiva, campione d’Italia nella categoria non vedenti nei 400 stile libero.

All’arrivo Andrea ha commentato la sua traversata: «La giornata molto bella ed il mare piatto mi hanno aiutato, anche se il problema più grosso è stato quello delle meduse. Sono stato punto già alla partenza e ho dovuto nuotare tutto il tempo con un forte bruciore. Ma tutto è filato liscio, grazie anche alla collaborazione della capitaneria di porto di Messina che mi ha seguito bracciata dopo bracciata». L’augurio è che il prossimo anno possa battere il suo stesso record.

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