Alla mensa della Fincantieri

Significativo il gesto del papa, a pranzo con una delegazione di operai. Il lavoro e chi lo perde al centro della sua omelia
papa ancona

Se l’Eucarestia è la mensa del Signore, allora il gesto di Benedetto XVI a chiusura del Congresso Eucaristico non poteva essere più significativo: pranzare con una delegazione di operai e cassintegrati, ai quali a volte – almeno dal punto di vista materiale – manca quel “pane quotidiano” invocato nel Padre Nostro. Già la scelta di celebrare la messa nell’area della Fincantieri, diventata in città il simbolo della crisi, aveva lanciato un forte segnale nella volontà di mettere il tema del lavoro al centro della visita del papa: e proprio questo è stato infatti il nucleo del suo intervento, contrassegnato da parole particolarmente forti rimbalzate subito su tutti i giornali.

 

Partendo dal constatare come «l’obiettivo di assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio si sia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane», ha sottolineato come «una spiritualità eucaristica è via per restituire dignità ai giorni dell’uomo e quindi al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell’impegno a superare l’incertezza del precariato e il problema della disoccupazione». Un richiamo alla platea bipartisan di politici presenti – da Gianni Letta, a Bersani, a Casini, alla Bindi, a Buttiglione – a mettere al centro della loro agenda quella che si pone come una delle questioni più pressanti «un nuovo modello di sviluppo sociale che metta al centro la persona, specie quella povera o disagiata», al posto di quell’altro modello che ha preteso di «riorganizzare la società con la forza del potere e dell’economia». Con i dati drammatici sulla situazione occupazionale che a cadenza regolare vengono emessi da istituti di ricerca e uffici ministeriali, le parole del pontefice hanno avuto un’eco particolarmente forte. L’Eucarestia, per Benedetto XVI in quanto «via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli», assume una rilevanza concreta a livello sociale, perché fonte di «una nuova e intensa assunzione di responsabilità a tutti i livelli della vita comunitaria».

Il segnale, dunque, di una Chiesa tutt’altro che avulsa e distante dall’attualità. Anche il cardinale Bagnasco ha chiesto la benedizione del papa per l’Italia che sta attraversando «un delicato momento sociale ed economico», ed ha dedicato del tempo ad ascoltare gli operai seduti attorno al tavolo del pranzo.

 

Nei successivi incontri con gli sposi e con i fidanzati, poi Benedetto XVI ha invitato i primi ad essere «accoglienti e misericordiosi» verso le famiglie purtroppo separate, e i secondi a non dare per scontato che la convivenza sia «garanzia per il futuro», perché «bruciare le tappe finisce per bruciare l’amore»: una conferma del voler affrontare la realtà concreta con cui i cattolici si confrontano quotidianamente.

 

I partecipanti sono ripartiti da Ancona con l’esortazione a vivere, «con la forza dell’Eucaristia, in una costante osmosi tra il mistero che celebriamo e gli ambiti del nostro quotidiano», e l’augurio di «buon cammino, con Cristo Pane di vita, a tutta la Chiesa che è in Italia».

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