Al via i mondiali di atletica

47 i titoli in palio a Daegu, in Corea del Sud, dal 27 agosto al 4 settembre. Grande attesa per le prove di tanti fuoriclasse stranieri e, si spera, anche di qualche azzurro
di martino atletica

Correre, saltare, lanciare. Ma anche marciare. Quasi 2000 atleti, in rappresentanza di 202 nazioni, saranno i protagonisti dell’avvenimento sportivo più seguito sul pianeta dopo Olimpiadi e mondiali di calcio: i campionati del mondo di atletica leggera. Come avviene solitamente in manifestazioni di questa dimensione, per nove giorni potremo assistere a gare emozionanti, ma potremo anche conoscere meglio atleti provenienti da ogni latitudine con le loro storie, tecniche e soprattutto umane. Si gareggerà a Daegu, quarta città della Corea del Sud (2 milioni e mezzo di abitanti), distante circa 300 Km dalla capitale Seul e dove solitamente a fine agosto si registra un forte tasso di umidità, un clima che non sarebbe certo il miglior viatico per assistere a grandi prestazioni. 

 

Parata di stelle – In campo maschile il protagonista più atteso sarà ovviamente il fenomeno giamaicano Usain Bolt, ovvero colui che negli ultimi anni ha spostato i limiti dell’uomo oltre barriere che solo poco tempo fa sembravano insuperabili. Quest’anno Usain non sembra nella forma strepitosa che nel 2008 e nel 2009 lo ha portato a riscrivere in serie i record del mondo di 100 e 200 metri, ma rimane comunque lui la probabile star di questi mondiali sudcoreani, anche se dovrà guardarsi dai suoi connazionali e dai velocisti statunitensi. Tra le altre gare che meritano una menzione particolare ci sono i 110 metri ostacoli, dove si sfideranno i tre uomini più veloci di sempre su questa specialità: il cubano Dayron Robles (12”87), il cinese Liu Xiang (12”88) e lo statunitense David Oliver (12”89). Da seguire anche le performance di due fuoriclasse di questo sport quali il primatista mondiale degli 800 metri, il keniano David Rudisha, e l’astista francese Renaud Lavillenie. Un nome a sorpresa? Quello del poliedrico ventiquattrenne dello Zimbabwe Ngonidzashe Makusha (gareggerà nei 100 metri e nel salto in lungo): ne sentiremo parlare.

 

Tra le donne fari puntati sulla velocità. Anche in questo caso il duello sarà tra le ragazze statunitensi, come Carmelita Jeter (in gara nei 100 e nei 200 metri) e Allyson Felix (200 e 400), e quelle giamaicane. Altre campionesse molto attese, seppure quest’anno non al massimo della condizione, sono la saltatrice in alto croata Blanka Vlasic (se la vedrà soprattutto con la russa Anna Chicherova, da poco diventata madre), e l’astista russa Yelena Isinbayeva. Curiosità anche per la prova della chiacchieratissima sudafricana Caster Semenya negli 800 metri, non più così “dominante” dopo la cura ormonale impostale dalla Federazione Internazionale per spazzare via i dubbi sulla sua controversa femminilità. Per un possibile record del mondo, invece, segnatevi il nome della lanciatrice tedesca Betti Heidler (specialità lancio del martello).

 

Pochi squarci d’azzurro – La spedizione italiana, formata da soli 33 atleti (17 uomini e 16 donne), si presenta al via di questi mondiali con ambizioni piuttosto limitate. Dopo l’ennesimo infortunio che ha fermato Andrew Howe, forse il talento più puro (ma più fragile …) che la nostra atletica ha prodotto negli ultimi anni, le punte di diamante tricolore saranno dei campioni non più giovanissimi ma ancora in grado di farsi valere. Parliamo di Nicola Vizzoni, il capitano, che a quasi 38 anni, dopo una vita passata sulle pedane, è riuscito quest’anno a lanciare nuovamente il suo attrezzo oltre gli 80 metri, una misura che nel lancio del martello maschile significa far parte dell’élite internazionale. Parliamo di Antonietta Di Martino, 33 anni, che nonostante una carriera spesso limitata da molti di infortuni, ha sempre saputo “rialzarsi” e posizionarsi nell’eccellenza mondiale del salto in alto femminile, come dimostra anche la medaglia d’oro conquistata ai campionati europei indoor disputati a Parigi nello scorso mese di marzo.

 

In questa rassegna iridata sudcoreana sono loro, forse, le nostre maggiori speranze di medaglia. Ma, sorprese sempre possibili a parte, possono legittimamente confrontarsi con i vertici mondiali anche i triplisti Simona La Mantia e Fabrizio Donato, i nostri staffettisti della 4×100 maschile, ed i marciatori Giorgio Rubino, Alex Schwazer (campione olimpico in carica della 50 Km ma che qui correrà sulla distanza dei 20 Km) ed Elisa Rigaudo (ritornata recentemente alle competizioni dopo una pausa per maternità). In attesa di un imminente cambio generazionale, questi atleti rappresentano oggi il punto di riferimento di tante giovani promesse azzurre che negli ultimi tempi si stanno mettendo in buona evidenza nelle varie rassegne di categoria, sia a livello europeo che mondiale. Facendoci sperare in un futuro più radioso … 

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