Al lavoro per una “legalità del noi”

Un progetto di legge per la regolamentazione del gioco d’azzardo associato alla campagna Slotmob, la promozione di scelte di acquisto e consumo critico, l’attuazione di reti e spazi di cooperazione sono la risposta “al plurale” a racket, usura, illegalità diffusa. A LoppianoLab di scena istituzioni e cittadini, associazioni e imprenditori che stanno intessendo – insieme –  un percorso comune verso una cultura diffusa della legalità.

A LoppianoLab è arrivato “il tempo del noi”, dei volti della legalità, di chi ha avuto il coraggio di voltare le spalle al dominio di racket, usura, varie forme di sopruso. Sabato pomeriggio  il convegno centrale di LoppianoLab “Custodire l’Italia, generare insieme il futuro” ha dato voce agli interventi di Giuseppe Gatti, magistrato della Dda di Bari, Maria Teresa Morano, imprenditrice calabrese e membro del comitato centrale Fondo antiracket italiano, Andrea Bigalli di Libera Toscana, Leonardo Becchetti, economista, Gianni Bianco, giornalista Rai, on. Pier Paolo Baretta, sottosegretario Economia e Finanze, Ezio Aceti, pedagogista, Paola Vacchina, Acli, Piero Coda, Istituto Universitario Sophia, Luigino Bruni, economista, Gian Giacomo Schiavi, vicedirettore del Corriere della Sera.

Aprendo il dibattito Giuseppe Gatti ha spiegato che “esiste anche una legalità della mafia, è quella dell’io che vive l’altro come qualcuno da assoggettare; quella del noi, invece, vive il rapporto con l’altro come una risorsa con cui costruire insieme un progetto”.

Poi altre storie di legalità, come quella di Maria Teresa Morano, in prima linea nella lotta ai racketin Calabria per far prevalere la forza del “noi” sulla paura dell’“io”.

Andrea Bigalli racconta la piaga dell’usura in Toscana e punta il dito anche contro le pubbliche amministrazioni che hanno ceduto al meccanismo dell’“appalto al massimo ribasso”, spesso in mano ad associazioni mafiose.  

Gianni Bianco, giornalista Rai, coautore con Giuseppe Gatti de La legalità del noi (Città Nuova, 2013), spiega che le storie contenute nel volume confermano che “insieme si può fare”: “Le storie che abbiamo raccolto sono la struttura portante per diffondere speranza, fiducia e generare insieme un futuro migliore.”

Leonardo Becchetti, tra i promotori della campagna Slotmob, ha spiegato che “l’Italia è il terzo Paese al mondo per introiti da gioco d'azzardo, con 800 mila persone affette da ludopatia” e ha annunciato una proposta di legge per la regolamentazione degli orari per l'uso delle slot e della distanza minima delle sale dai luoghi in cui stanno i ragazzi e la limitazione delle installazioni.

Gabriele Mendolesi della Associazione “Economia e felicità” ha spiegato: “Aderiamo alla campagna perché stanchi di seguire una politica di basso livello. Il prossimo slot mob? Lunedì a  Biella saremo in 400 in un bar che ha detto no alle slot”.

L’on. Baretta guarda all’orizzonte europeo, denunciando l’assenza, ancor oggi, di un’area unica di interscambio fiscale e sociale. “Occorre innalzare il senso civico di chi lavora “al di là dello sportello” nella pubblica amministrazione come anche quello del cittadino”.

Per Paola Vacchina (Acli) la priorità è la disoccupazione giovanile: “Nella nostra società la solidarietà non manca, ma la sfida è trasferirla alla sfera sociale e politica”.

Rivolgendosi ai giovani presenti Gian Giacomo Schiavi ribadisce il carattere “artigianale” del mestiere del giornalista che “non si ferma mai fino a quando non ha avuto una risposta” e  li invita a farsi contaminare di più con la realtà. “Essere in mezzo alla gente è l’unico modo per fare bene il mestiere del giornalista, essere dalla parte degli altri”.

Ufficio stampa LoppianoLab:

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