Accadde a Natale

Il 25 dicembre è una data importante nella vita di molti santi di ogni epoca. Tre racconti di Madre Teresa di Calcutta, Teresina di Lisieux e Gaetano da Thiene.
Madre Teresa di Calcutta

Il Natale è stato un avvenimento decisivo per la storia di molti santi. Solo per fare alcuni esempi: Madre Teresa di Calcutta capì la sua “vocazione nella vocazione”, Teresa di Lisieux maturò la sua scelta, Gaetano da Thiene ebbe una visione della Madonna con il Bambino che orientò tutta la sua passione per la Natività. Ecco tre racconti, adattati, di questi importanti episodi accaduti proprio il 25 dicembre.

 

Madre Teresa, in India: «La mattina di quel 25 dicembre 1948, dopo aver assistito alla Messa andai a visitare l’unica baraccopoli che conoscevo vicina all’edificio della scuola dove per tanti anni avevo insegnato. In quella baraccopoli molte volte avevo mandato le mie allieve a portare i regali di Natale che io preparavo per dei bambini poveri che non conoscevo».

 

«Ora, finalmente, potevo andarci di persona da quei bambini. Potevo celebrare il Natale a contatto “reale” con Gesù che vive nei poveri. Per tutto quel giorno di festa rimasi a fraternizzare con le mamme e a giocare con i bambini. Ero talmente felice che dimenticai di non avere un luogo dove andare a dormire. Così, di sera, cominciai a cercare un alloggio e mi sembrava di vivere l’avventura della Madonna incinta che non trovava posto in albergo e finì in una stalla, dove diede alla luce Gesù. Io, a notte fonda ormai, riuscii a trovare una donna che mi affittò una misera capanna per cinque rupie al mese».

 

«Il giorno dopo, in quella capanna iniziai a far scuola a cinque bambini. I miei primi bambini. Nella capanna non c’erano né tavolo, né sedie, né lavagna. Con un bastoncino tracciavo i segni dell’alfabeto sul pavimento di terra e così insegnavo. Tre giorni dopo quei cinque bambini erano diventati 25 e prima della fine dell’anno erano 41. In seguito su quel luogo costruii una scuola che occupa ora 500 bambini. Da allora ogni anno a Natale festeggio l’inizio della mia opera».

 

Teresa di Lisieux, in Francia:«Non so come io mi cullassi nel pensiero caro di entrare nel Carmelo, trovandomi ancora nelle fasce dell’infanzia! Bisognò che il buon Dio facesse un piccolo miracolo per farmi crescere in un momento, e questo miracolo lo compì nel giorno indimenticabile di Natale. Fu il 25 dicembre 1886 che ricevetti la grazia di uscire dall’infanzia, in una parola la grazia della mia conversione completa. Tornavamo dalla Messa di mezzanotte durante la quale avevo avuto la felicità di ricevere il Dio forte e potente».

 

«In quella notte nella quale egli si fece debole e sofferente per amore mio, mi rese forte e coraggiosa, mi rivestì delle sue armi, e da quella notte benedetta in poi, non fui vinta in alcuna battaglia, anzi, camminai di vittoria in vittoria, e cominciai, per così dire, una corsa da gigante. Sentii che la carità mi entrava nel cuore, col bisogno di dimenticare me stessa per far piacere agli altri, e da allora fui felice».

 

Gaetano da Thiene, a Roma: «Mi trovavo la notte santa di Natale (del 1516) a pregare e meditare nella cappella del presepio che si apriva allora lungo la navata centrale della basilica di santa Maria Maggiore, quando mi apparve vicinissima la Vergine con il Figlio».

«Ebbi l’ardire di stendere le braccia e ricevere da quelle della Vergine Madre quel tenero fanciullo, carne e vestimento dell’eterno verbo. Duro era il cuor mio, perché non si è liquefatto. Segno che è di diamante».

 

E Gaetano da Thiene, la notte di Natale dell’anno seguente, ebbe un ulteriore visione della Madonna che lo incoraggiò a proseguire la sua strada. Sono molti gli esempi di coloro, da padre Pio di Pietralcina a Chiara e Francesco d’Assisi, che il 25 dicembre hanno vissuto episodi significativi della loro vita. Concludiamo con un pensiero di un dottore della Chiesa.

 

Agostino d’Ippona, con la sua penna e sapienza così si espresse una notte di Natale: «Ci ha amato tanto che per noi è nato nel tempo lui, per mezzo del quale è stato creato il tempo; nel mondo fu più piccolo di età di molti suoi servi, lui che è eternamente anteriore al mondo stesso; è diventato uomo, lui che ha fatto l’uomo; è stato formato da una madre che lui ha creato; è stato sorretto da mani che lui ha formato; ha succhiato da un seno che lui ha riempito; il Verbo senza il quale è muta l’umana eloquenza ha vagito nella mangiatoia, come bambino che non sa ancora parlare».

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