A Milano la svolta sui profughi

Accordo con la Prefettura, ora sarà il Comune milanese ad occuparsi della prima accoglienza dei profughi
Migranti in arrivo a Lampedusa

Grazie ad un accordo raggiunto nelle scorse settimane tra Comune e prefettura, Milano è la prima città a livello nazionale a sperimentare un nuovo modo di gestione delle politiche di accoglienza dei profughi provenienti dal Nord Africa, attraverso un centro situato presso la sede della protezione civile che consentirà di velocizzare tutte le pratiche di riconoscimento svolgendole in un unico luogo.

 

Si tratta di una task force che si occuperà di accoglienza, raccolta delle richieste d’asilo, identificazione e rilascio del permesso di soggiorno provvisorio, screening sanitario e consegna della tessera sanitaria, verifica dei casi vulnerabili, orientamento legale e informazioni sui servizi previsti e sul rimpatrio assistito.

 

Il Comune, quindi, agirà tramite l’assessorato alle politiche sociali e ai Servizi per la Salute e non più attraverso la prefettura. «Vogliamo uscire dalla logica dell’emergenza – spiega l’assessore Majorino – con cui è stato affrontato finora l’arrivo dei profughi. Un’adeguata assistenza, peraltro, è il modo migliore per evitare situazioni di tensione come accaduto nel Sud Italia. Il Comune s’impegna a garantire un sistema omogeneo di servizi sin dalla prima accoglienza, a differenza di quanto successo fino ad ora».

 

L’assessore ha coinvolto anche altri Comuni e Province perché, ha chiarito, «non si arrivi al paradosso che amministrazioni di centrosinistra danno seguito alle decisioni del Governo, mentre le giunte leghiste no». Sarà cura poi dell’assessorato, è stato spiegato, verificare direttamente che gli enti convenzionati con il Comune offrano nel loro complesso non solo vitto e alloggio, ma tutti i servizi previsti dalla normativa vigente in materia di richiedenti asilo: controllo medico, sostegno psicologico, assistenza legale, mediazione linguistica per la prima fase di accoglienza, percorsi di inserimento sociale attraverso, ad esempio, l’orientamento al lavoro e corsi di formazione per chi accede allo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il tutto a parità di costo rispetto al passato (46 euro giornalieri a persona stanziati dal Governo).

 

Il nuovo servizio con annesso centro è stato allestito presso la sede della protezione civile ed è pensato per accogliere un numero massimo di 40 richiedenti asilo. L’ospitalità in questa struttura non potrà superare i 15 giorni, nel corso dei quali gli operatori cercheranno di capire chi è la persona arrivata, in quali condizioni si trova e che tipo di esigenze abbia, in modo da predisporre il trasferimento di ciascun ospite in altri luoghi di accoglienza ritenuti più adatti al singolo caso.

 

Per garantire la seconda fase di assistenza sono state individuate ulteriori strutture con disponibilità di posti sufficiente ad accogliere le 100 persone attese sino al 20 settembre, a scaglioni di 20 la settimana. Chi non avrà ottenuto alcuna protezione internazionale, verrà rimpatriato.

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